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Cronaca Secondigliano

"Carico" di cellulari e droga destinato al carcere: intercettato un drone

La denuncia del SAPPE

Una importante operazione di servizio condotta dal Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere napoletano di Secondigliano ripropone l’allarme lanciato mesi fa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE sull’uso, da parte della criminalità, di droni per fare pervenire nelle strutture detentive telefonini e droga.

La denuncia è di Raffaele Munno, vice segretario regionale per la Campania del SAPPE, che da notizia di quanto avvenuto nelle ultime ore. Il sindacalista evidenzia che il personale di Polizia Penitenziaria di Secondigliano“ha condotto l’importante ed ennesimo sequestro, avvenuto nella tarda serata di ieri 27 marzo.

Dopo una particolare e delicata attività info-investigativa, il personale di Polizia Penitenziaria è riuscito ad impossessarsi di un drone che sorvolava il penitenziario e che stava trasportando ben cinque telefonini/cellulari e sim-card.

Il drone era diretto verso le Sezioni detentive per poterli consegnare. Il Segretario Generale SAPPE Donato Capece commenta che questo ultimo evento “conferma tutte le ipotesi investigative circa l'ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza.

Si pensi, ad esempio, al grave evento critico di Frosinone, avvenuto tempo fa, ove fece ingresso in Istituto una pistola con le stesse modalità. Il compiacimento del SAPPE va al personale del Reparto di Polizia Penitenziario di Secondigliano”. Ferma la denuncia del SAPPE: “I droni, se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo, comportano, però, anche innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza, in quanto per la loro natura si prestano ad essere impiegati in diverse attività illecite. Con riferimento alla sicurezza negli Istituti penitenziari, è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni.

Pensiamo cosa potrebbe accadere se un drone riuscisse a trasportare esplosivo o armi dentro a un carcere, come per altro è successo alcuni mesi fa in quello di Frosinone quando un detenuto prese in ostaggio il personale di Polizia con una pistola giunta col drone… Io credo che la Polizia Penitenziaria debba disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura.

Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale.”

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