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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Maxi sequestro di beni per 20 milioni di euro: colpita una famiglia di imprenditori

I fratelli Potenza, secondo l'accusa, avrebbero impiegato in imprese economiche ed immobiliari il denaro proveniente da attività illecite

La D.I.A. di Napoli ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni, emesso dal Tribunale di Napoli, nei confronti degli imprenditori Potenza (i fratelli Bruno, Salvatore e Assunta), ritenuti contigui a contesti criminosi anche di natura organizzata di stampo camorristico ed in particolare al clan Lo Russo.

In particolare è stata fatta luce su movimenti di denaro verso l'estero, successivamente rimpatriato tramite bonifici per il reinvestimento in imprese economiche nazionali e sul trasferimento di risorse estere su conti appositamente accesi presso istituti di credito italiani, dopo l’adesione alla procedura di “voluntary disclosure”, anche grazie alla Rogatoria Internazionale presso Istituti Bancari Elvetici.

ACCUSE - L'accusa è che gli imprenditori abbiano impiegato in imprese economiche ed immobiliari il denaro proveniente da attività illecite (tra cui usura, estorsioni, riciclaggio e associazione per delinquere), proseguite anche dopo il decesso del capostipite Potenza Mario, alias “o chiacchierone”.

SEQUESTRI - Il denaro accumulato sarebbe stato reinvestito in numerosi immobili e locali commerciali siti principalmente nel napoletano, in particolare sul lungomare di Napoli e nel quartiere Chiaia-San Ferdinando, oppure come nel caso di Villa delle Ninfe a Pozzuoli e del ristorante di Milano Donna Sophia dal 1931. L’odierno sequestro ha, dunque, interessato innumerevoli unità immobiliari, sei società, tre partecipazioni societarie, autoveicoli, 66 depositi bancari nazionali ed esteri e 5 polizze, per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro.

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