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Cronaca Chiaiano / Rotondella di Chiaiano

Scuola abusiva costruita dal Comune ai Camaldoli, scatta l'inchiesta della magistratura

Mentre l'amministrazione prova a salvare la stuttura di via Rotondella, i magistrati indagano su eventuali responsabilità in una vicenda oramai ventennale

Una scuola nuova, che potrebbe ospitare 400 alunni, costruita dal Comune. Eppure abusiva e sul punto di essere abbattuta. È quella di via Rotondella ai Camaldoli, sulla quale - come riportato dal Mattino - ha aperto in questi giorni un fascicolo la Procura di Napoli. I magistrati proveranno a mettere a fuoco eventuali irregolarità o condotte sospette su di un progetto di edilizia pubblica conclusosi con un incomprensibile nulla di fatto dopo una spesa di un milione e mezzo di euro. C'è anche un'altra questione che tiene banco, ovvero quella dell'abbattimento: a oggi le speranze di salvare la struttura sembrano ridotte al lumicino, ma l'amministrazione ha sottolineato il suo impegno per fermare le gru.

Un abuso lungo vent'anni

La storia dell'edificio di via Rotondella ai Camaldoli è singolare. È abusivo perché nel Parco metropolitano delle colline, in un’area sottoposta (dal 1997) a vincolo paesaggistico e quindi in cui è proibito costruire.

Nel 2002, sindaco Rosa Russo Iervolino, si avanzò la proposta di una scuola che coprisse il territorio di Chiaiano. Nel 2004 arrivò l’autorizzazione al progetto, peraltro approvato anche dal ministero dell’Istruzione. I lavori iniziarono nel 2008 e sarebbero dovuti finire nel marzo 2010. Furono prima prorogati di altri 180 giorni, poi il 14 luglio 2010 sospesi per "la necessità di conseguire il parere di competenza del ministero per i Beni e le Attività culturali e l’adozione di opportuna variante allo strumento urbanistico vigente nel Comune di Napoli". Insomma mancavano i permessi della Soprintendenza.

Passano anni, con i lavori fermi al palo. Nel 2015 il Comune (sindaco Luigi de Magistris) diede mandato al servizio ispettivo di "appurare le responsabilità che hanno causato le difformità urbanistiche e i soggetti che le hanno prodotte, valutando azioni a tutela del Comune di Napoli rispetto ai danni derivati agli errori commessi". Palazzo San Giacomo provò anche a chiedere alla Soprintendenza un permesso speciale, che non è stato mai concesso.

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