Ruba dagli Scavi di Pompei, poi restituisce tutto con una lettera anonima: "Chiedo scusa"
Il pentimento di un turista che aveva trafugato una pietra dal Parco Archeologico. Non è il primo caso
Una lettera di poche righe, in cui spiega il suo gesto e chiede scusa. È quella che un anonimo turista, "ladro" di un reperto archeologico a Pompei, ha inviato nel restituire – pentito – quanto sottratto agli Scavi.
"Due anni fa, a Pompei, presi arbitrariamente questa pietra. È terra vostra, non mia, ed è giusto che ritorni da dove è stata 'rubata'", spiega. La lettera, accompagnata da un pacchetto contenente una pietra di pochi centimetri, si conclude così: "Chiedo umilmente scusa".
Il Comune pompeiano lunedì, in occasione della riapertura dell'Antiquarium negli Scavi, riconsegnerà il reperto alla Soprintendenza. Così il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio a proposito di quanto successo. "Purtroppo trafugare i reperti dalle aree archeologiche è diventata una deprecabile prassi. Chissà quante persone si sono macchiate dello stesso crimine pensando al contrario di fare un gesto innocuo, senza rendersi però conto di fare un torto alla storia e di contribuire alla deturpazione di un patrimonio culturale immenso. Invito costoro alla redenzione e a riconsegnare a noi o direttamente alla Soprintendenza archeologica i reperti trafugati".
Le altre restituzioni
Ieri un uomo di Paestum, anch'egli in preda al rimorso, aveva confessato e riconsegnato ad un sacerdote 200 monete sottratte al Parco archeologico insieme a piccole decorazioni e altri reperti; così come l'anno scorso una coppia canadese restituì un pezzo di anfora e alcuni tasselli di mosaico prelevati anni prima. In questo caso più che pentimento fu scaramanzia: i due erano convinti fossero dei reperti maledetti che avevano condizionato la loro vita.