Pompei, scavi chiusi per assemblee: “Una figuraccia internazionale”

Seconda mattina di assemblea dei lavoratori agli scavi di Pompei, per la sorpresa dei turisti che hanno trovato sbarrati i cancelli d'accesso al sito archeologico. Per il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini si tratta di “un danno incalcolabile per l'immagine dell'Italia intera”. Sono migliaia i turisti che hanno rinunciato ad entrare, tra ieri ed oggi.

“Il personale di vigilanza è sfiancato dal sovraccarico di lavoro – raccontano in una nota i responsabili sindacali degli scavi – Quotidianamente ai custodi in servizio sono assegnate fino a tre zone di guardia, equivalenti ad un'area di circa 35mila metri quadrati”. Chiedono “l'equa distribuzione del carico di lavoro del personale”, oppure in alternativa “riconoscere e concedere maggior compensi a coloro che durante l'espletamento del proprio servizio sono soggetti ad un maggior carico di lavoro”.

Franceschini e il soprintendente Massimo Osanna non ci stanno. “Da quando sono ministro a Pompei – prosegue il primo – sono arrivate 78 persone per superare le carenze di personale, e altre 75 arriveranno entro dicembre”. Assemblee “pretestuose” per Osanna, che pure si è detto “disponibile e pronto ad anticipare l'incontro già fissato per il 19 novembre con i sindacati”.

Ma critici verso la protesta sono anche i sindacati. Franco Tavella, segretario generale della Cgil Campania, ha definito quanto accaduto ieri e oggi “una figuraccia nei confronti dell'opinione pubblica internazionale”. “Abbiamo preso nettamente le distanze e lo riconfermiamo – precisa il sindacalista – da iniziative non condivisibili”, questo quando “il tavolo con la soprintendenza era già stato convocato per il prossimo 19 novembre e poi anticipato a martedì 11”.