Arrestato Salvatore Paduano del clan Gionta: "Sempre più baby-boss"
Il 21enne, latitante dal 2009, è stato sorpreso ad Angri, nel salernitano, dai carabinieri. Per due anni non ha mai incontrato i suoi familiari ma solo la fidanzata
E' finito in manette Salvatore Paduano, 21 anni, latitante dal 2009 e attuale reggente del clan camorristico dei Gionta attivo a Torre Annunziata nel napoletano. Il giovane è stato arrestato ad Angri, nel salernitano, dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata nell'ambito di un'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Paduano è figlio dell'ergastolano Ciro e nipote di Valentino Gionta ed è ritenuto responsabile di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, rapina, violazione alle legge sulle armi e di aver partecipato, da minorenne, alle fasi preparatorie di un omicidio perpetrato nel 2007 per il quale sono stati condannati all'ergastolo 11 elementi dello stesso clan. Soltanto ieri mattina i militari dell'Arma avevano arrestato nel quartiere napoletano Scampia un altro giovane capo-clan Mariano Abete, ritenuto la guida dei cosiddetti Scissionisti protagonisti della seconda faida di camorra per il controllo delle piazze di spaccio nell'area a nord di Napoli.
GLI AGGIORNAMENTI - Per due anni Salvatore Paduano non ha mai incontrato i suoi familiari. Gli unici incontri li ha avuto con la fidanzata, alla quale faceva giungere dei "pizzini" coi quali comunicava i suoi spostamenti e i luoghi dove si sarebbero eventualmente incontrati. Lo hanno riferito i carabinieri del gruppo di Torre Annunziata nel corso della conferenza stampa tenuta oggi negli uffici del comando provinciale di Napoli, alla quale ha preso parte anche il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Rosario Cantelmo. Per ben due volte i carabinieri, nel corso degli ultimi due anni, sono stati vicini alla cattura del giovane. Quando ieri pomeriggio Salvatore Paduano è stato sorpreso nell'abitazione di un custode di un deposito, ad Angri, non era armato e alla vista dei militari non ha opposto resistenza. Gli investigatori ritengono che Paduano abbia trascorso nell'abitazione di Angri l'ultimo mese e mezzo anche se molto spesso si spostava anche al Nord Italia dove sarebbe stato raggiunto dalla fidanzata.
I COMMENTI - L'arresto di un pericoloso latitante del clan "Gionta" di Torre Annunziata è un importante risultato dell'impegno delle forze dell'ordine e della magistratura nella lotta alla camorra nell'area vesuviana. E' un segnale che dà fiducia e forza ai tanti cittadini onesti e alle associazioni e alle comunità che si battono per la legalità e la rinascita di Torre Annunziata". E' quanto si legge, in una nota del gruppo dei parlamentare della Campania. "Il Pd aveva segnalato, nella visita effettuata con i Parlamentari della commissione Antimafia Teresa Armato, Luisa Bossa e Salvatore Piccolo, la pericolosità della situazione della città alla luce dell'emergere di una terza generazione di affiliati ai clan", prosegue la nota. "Bisogna proseguire la battaglia per togliere terreno alle organizzazioni criminali e assicurare un futuro diverso alle nuove generazioni. La camorra si può battere: Istituzioni e partiti devono fare di questo obiettivo la priorità della propria azione", conclude la nota.
"Si sta abbassando l'età dei capi clan e si sta innalzando la loro pericolosità". Lo ha detto il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Rosario Cantelmo, illustrando oggi nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Napoli le fasi dell'operazione che hanno portato all'arresto di Salvatore Paduano, bloccato nel pomeriggio di ieri ad Angri, in provincia di Salerno, e ritenuto il reggente del clan Gionta di Torre Annunziata (Napoli). Cantelmo ha anche sottolineato la difficoltà del lavoro investigativo portato a termine grazie alla "capacità di chi ha operato". Per battere la criminalità organizzata oltre al lavoro di magistratura e forze dell'ordine con gli arresti che si stanno eseguendo occorre "la partecipazione di tutta la società civile". Cantelmo ha sottolineato la necessità di scardinare un "sistema": "Abbiamo intercettazioni di mamme che si rivolgono a capiclan per chiedere una 'sistemazione' per i loro figli". Il magistrato ha ricordato poi come a pochi chilometri da Torre Annunziata è stata scoperta una mega piazza di spaccio funzionante 24 ore al giorno intorno alla quale ruotavano decine e decine di persone. (Ansa)