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Cronaca

No a roghi e sversamenti illegali: accordo tra otto Comuni e la Prefettura

Il protocollo aveva già 17 firmatari. Si aggiungono Marano, Mugnano, Palma Campania, Qualiano, Roccarainola, Somma Vesuviana, Terzigno e Villaricca. I sindaci: "Ci mettiamo la faccia"

Altri otto Comuni della Provincia di Napoli siglano l'impegno con il Prefetto di Napoli contro l'abbandono e i conseguenti roghi dei rifiuti pericolosi, aggiungendosi ai 17 che avevano già firmato il protocollo d'intesa nei mesi scorsi. Si tratta delle cittadine di Marano, Mugnano, Palma Campania, Qualiano, Roccarainola, Somma Vesuviana, Terzigno e Villaricca che si aggiungono ai 17 sindaci già firmatari dell'accordo nello scorso mese di marzo.

L'avvelenamento dell'aria nella "Terra dei Fuochi", come viene chiamata la zona della provincia nord di Napoli e del casertano, viene ora combattuta da 25 sindaci che, come ha sottolineato il prefetto Andrea De Martino "ci mettono la faccia", impegnandosi a combattere il fenomeno nei loro territori.  

"Abbiamo creato - ha spiegato De Martino - una responsabilizzazione diretta dei sindaci che mettendo la firma sul documento hanno accettato di metterci la faccia, combattendo il fenomeno, che stiamo riuscendo a contrastare con successo. In questo senso è prezioso anche il controllo sociale dei cittadini e per questo abbiamo allargato l'intesa anche alle associazioni ambientaliste con i loro volontari". La nuova intesa "completa il lavoro iniziato in marzo - ha proseguito il Prefetto uscente - che punta alla soluzione del problema. Ci sono sindaci che cominciano a vantarsi di risultati che fino a sei mesi fa non esistevano, dimostrando di saper combattere l'inciviltà. Alla forte sensibilizzazione delle amministrazioni comunali, si aggiunge l'impegno della Regione con le risorse che saranno messe a disposizione e un più forte uso delle tecnologie, come la videosorveglianza, finalizzate a preservare il territorio".

Il documento sulla "attività di prevenzione e vigilanza finalizzate ad evitare fenomeni di abbandono dei rifiuti, nonché ad impedire l'illegale smaltimento degli stessi attraverso roghi in luoghi pubblici e privati", è stato siglato infatti anche dalla Regione Campania, dalla Provincia di Napoli, dall'Arpac, dalle Asl 1 centro, 2 Nord e 3 Sud e da quattro associazioni ambientaliste: Fai, Legambiente, Vas (Associazione Verdi ambiente e Società onlus) e dalle Guardie Ambientali d'Italia.

Tra gli impegni stabiliti dall'intesa spicca la formazione delle polizie municipali dei diversi comuni che potranno prepararsi ad affrontare al meglio i reati ambientali all'interno della Scuola Regionale di Polizia Locale della Regione Campania attraverso stage e incontri formativi. I Comuni firmatari, per parte loro, si impegnano anche a liberare i siti abusivi dai rifiuti inquinanti.

La situazione, del resto, è davvero preoccupante. I dati ufficiali dicono che sono 155 le persone arrestate e 804 quelle denunciate in provincia di Napoli dall'ottobre 2010 allo scorso settembre per crimini ambientali legati allo smaltimento ed all'incendio di rifiuti speciali e pericolosi.

Il dato emerge dalla relazione sull'attività di controllo e intervento per il contrasto dei crimini ambientali resa nota proprio in occasione della firma del protocollo d'Intesa sulla lotta allo sversamento illegale e ai roghi di rifiuti in Provincia di Napoli.

Il bilancio parla anche di 4089 persone identificate durante i controlli e di 3610 contravvenzioni a veicoli per il trasporto illegale di rifiuti speciali. Il fenomeno ha numeri imponenti. Da ottobre 2010 le forze dell'ordine hanno individuato in tutto 463 roghi pericolosi: 159 roghi di pneumatici, 287 di materiale tessile e di pelletteria e 17 incendi di rifiuti connessi alle attività agricole. In pratica, negli ultimi due anni c'è stato più di un rogo ogni due giorni nella provincia di Napoli.

"I numeri - ha spiegato il Prefetto De Martino - evidenziano come la lotta da parte delle forze dell'ordine al fenomeno si sia intensificata e stia raggiungendo degli ottimi risultati". I controlli sono cominciato in una prima fase sui gommisti, con conseguenze che hanno portato all'identificazione di 14 esercizi commerciali senza autorizzazioni e cinque provvedimenti di natura fiscale. "Provvedimenti - ha precisato De Martino - che risultano molto efficaci visto che fanno emergere le attività in nero e colpiscono fortemente le tasche di chi conduce queste attività". I controlli si sono poi allargati alle attività tessile e di pelletteria, all'agricoltura e all'edilizia. Il controllo sul territorio è stato migliorato, ha spiegato il questore di Napoli Merolla, anche grazie alla creazione "di gruppi di lavoro specifici presso i commissariati e le compagnie e le tenenze dei carabinieri che permettono quindi una attività capillare".
(ANSA)

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