Stefano, napoletano che lavora a Parigi: "In Francia ristori ogni mese, tamponi gratis e scuole aperte"
Il racconto di un giovane libero professionista: "Gli aiuti dello Stato si ricevono 48 ore dopo la compilazione della domanda on line. I ristoranti sono chiusi da ottobre e i titolari vengono rimborsati"
Così vicini eppure così lontani. Italia e Francia sono confinanti, ma la vicinanza geografica non corrisponde a una vicinanza nella gestione simile della pandemia da Covid-19.
Stefano Romano è un giovane libero professionista, consulente marketing di diverse aziende. Napoletano, 33 anni, da tempo vive e lavora a Parigi. Il suo racconto mette in evidenza le differenze tra i due Paesi nell'affrontare non solo l'emergenza sanitaria, ma soprattutto quella economico-sociale che ne è conseguita.
"Le differenze principali che noto con l'Italia sono diverse. In Francia, per esempio, i tamponi molecolari sono gratuiti, basta prenotarli il giorno prima. Il tracciamento del contagio è un compito dello Stato che, quindi, se ne fa carico". Le scuole sono rimaste aperte sempre, mentre i ristoranti sono chiusi ininterrottamente da ottobre.
Ma la maggiore distanza, probabilmente, si nota sul capito ristori: "Lo Stato francese ha erogato aiuti tutti i mesi dalla scorsa primavera a oggi. Una semplice partita iva, come me, dimostrando le perdite subite avrebbe potuto contare su ristori fino a 1.500 mensili. Ovviamente, per aziende strutturate parliamo di altre cifre, ma il funzionamento è simile. Si compila una domanda on line e in 24 ore ti comunicano se è stata accettata. Entro 48 ore trovi i soldi sul tuo conto. E' per questo che i francesi sono ancora calmi e possono permettersi di avere negozi e ristoranti chiusi da mesi".