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#ioapro, a Napoli non risultano adesioni. I ristoratori: "Troppo rischioso"

Annunciata in diverse città italiana, la protesta non sembra aver preso piede nel capoluogo partenopeo. Alle 18, come da dpcm, locali chiusi al pubblico. Notevole spiegamento di forze in strada

Il grido social #ioapro non sembra aver fatto breccia nei ristoratori napoletani. Annunciata come protesta di dissidenza civile da imprenditori della ristorazione e gestori di bar, #ioapro è stata organizzata in diverse città italia e prevede che i locali restino aperti al pubblico anche dopo le 18, cosa che invece le norme anti-covid impediscono. A Napoli non risultano adesioni. Anche chi, in un primo momento, aveva aderito, ha fatto marcia indietro per la scarsa partecipazione. 

"Protesta condivisibile - afferma Massimo Di Porzio della Pizzeria Umberto di via Alabardieri e vicepresidente Fipe - ma decisamente troppo rischiosa. In questo modo, esponiamo il locale a pesanti sanzioni. Non credo che saranno molti a partecipare all'iniziativa. I ristoratori di Napoli useranno la testa". Della stessa lunghezza d'onda il titolare di um bar: "Io condivido la rabbia di chi ha deciso di restare aperto anche dopo le 18. Ma a Napoli stiamo dimostrando ancora una volta che vogliamo seguire tutte le regole che ci vengono imposte". 

Polizia, carabinieri, vigili urbani e guardia di finanza hanno pattugliato le strade del centro, invitando i clienti a lasciare i locali all'orario stabilito dal decreto: "Sembra uno Stato di polizia, ci sono decine di uomini delle forze dell'ordine. Non credo sia necessario" il commento di un imprenditore di via Bisignano, a Chiaia. 

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