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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Avvocata / Via Santa Chiara

Ristoratore del centro: “Noi chiusi ma qui c'è il caos”

Francesco Spagnuolo e Rosario Italia, titolari del ristorante “Monastero di Ristovino”, a via Santa Chiara, spiegano i motivi dell'amarezza della categoria

Con l'istituzione della “zona arancione” in Campania a subirne maggiormente le conseguenze saranno le attività di ristorazione. Saranno ancora decine le attività che subiranno da questa ulteriore chiusura il colpo letale per la loro sopravvivenza. Ciò che fa maggiormente male agli imprenditori del settore è il fatto di essere in pratica gli unici a fare dei sacrifici a fronte di un rilassamento generalizzato rispetto alle misure di contenimento dell'epidemia. A denunciarlo a nome della categoria sono Francesco Spagnuolo e Rosario Italia, titolari del ristorante “Monastero di Ristovino”, a via Santa Chiara, proprio di fronte al Monastero e al Chiostro. Il quadro delineato dagli imprenditori è desolante e le continue batoste subite dal comparto avrebbero ammazzato anche un elefante. A cominciare dalla mancanza dei turisti nel centro storico, che per ristoranti come il “Monastero” rappresentano l'80% della clientela. Le continue restrizioni subite per far fronte all'epidemia hanno fatto il resto limitando anche la clientela napoletana. Ciò che ha amareggiato i ristoratori è stato il fatto che la zona arancione si stata ordinata ancora una volta senza il minimo preavviso e nel bel mezzo del fine settimana.

L'amarezza del ristoratore

“Ancora una volta, avevamo comprato tutto il cibo per ospitare la clientela nel fine settimana. Avrebbero potuto avvertirci prima o lasciare che lavorassimo almeno la domenica. Io ho dovuto disdire tutte le prenotazioni e avevo già il locale pieno per oggi che è domenica. Con le norme per il distanziamento abbiamo dovuto dimezzare i posti all'interno del locale e avevamo ricominciato a lavorare da un paio di week end. Toglierci anche la domenica, che è il giorno più importante per un ristorante, è stata l'ennesima mazzata” commenta Spagnuolo. Anche dal punto di vista dei ristori e delle iniziative di sostegno al reddito per le categorie più colpite la situazione non è migliore. “I ristori promessi a dicembre, per le chiusure durante il periodo natalizio, e in Campania anche prima, non sono mai arrivati. La cassa integrazione ai dipendenti viene pagata a scaglioni. I nostri addetti hanno ricevuto il pagamento di soli tre giorni a dicembre. Inoltre il governo ci aveva garantito che non ci sarebbero state più chiusure dalla sera alla mattina e che avrebbero fatto loro fronte alle spese sostenute per la merce in caso di chiusura improvvisa. Abbiamo girato le fatture della merce comprata inutilmente e che abbiamo dovuto buttare per effetto delle chiusure. Anche questo bonus non è mai arrivato” aggiunge Spagnuolo che anche dirigente della Confcommercio. Le condizioni dei ristoratori sono ormai allo stremo e la cosa che più fa male alla categoria è il fatto che si sentono abbandonati e come se fossero l'unico capro espiatorio di questa situazione.

Il problema movida 

“La salute viene prima di tutto e noi siamo i primi a sostenerlo. Fa male però vedere che noi chiudiamo perché non siamo ritenuti sicuri mentre vengono lasciate migliaia di persone in strada a passeggiare. Il centro storico è fuori controllo e non ne parliamo della movida. I ragazzini scendono comunque per strada, non rispettano il coprifuoco e soprattutto comprano gli alcoli nei supermercati e li consumano all'aperto e assembrandosi. Sia ieri che oggi le strade erano stracolme di persone e a pagarne le conseguenze siamo solo noi ristoratori”. L'amarezza dei ristoratori è legata proprio al fatto che i supermercati sono autorizzati a vendere alcolici alimentando comunque la movida mentre nei ristoranti le persone sono costrette a seguire le regole e a rispettare il distanziamento. “Io aprivo già solo nel week end. Non posso sostenere l'asporto che facevo solo quando ero aperto. Lavoro con prodotti di qualità e l'asporto potevo realizzarlo solo quando avevo lo chef a disposizione e potevo servire ai tavoli. In pratica adesso sarò costretto a chiudere completamente” conclude amaramente Spagnuolo.

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