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Dopo le minacce riapre la trattoria dei Tribunali: "Sotto choc, ma andiamo avanti"

Il ristorante era chiuso dal 15 maggio, quando due giovani in sella a una moto hanno prima investito la cameriera e poi sono tornati indietro per le intimidazioni. Ruotolo: "E' una paranza di camorra". I titolari: "In questa strada deve cambiare tutto"

Raffaele, Fabio e Danilo ripartono dall'abbraccio di via dei Tribunali. Dopo sei giorni, la trattoria Cala la Pasta riapre i battenti. Il locale era stato chiuso dopo che domenica 15 maggio, a ora di cena, una moto ha investito in pieno Veronica, una ragazza che stava servendo ai tavoli, mandandola in ospedale. 

Non contenti, i due giovani in sella al ciclomotore sono tornati indietro e hanno minacciato i tre fratelli, titolari del ristorante. "Siamo sotto choc - racconta Fabio - ma siamo grati per la solidarietà che stiamo ricevendo. Il nostro primo pensiero, ora, è per Veronica. E' ancora in condizioni gravi, ma siamo fiduciosi che possa riprendersi". 

Raffaele è rimasto in ospedale accanto alla donna. Entrambi si sono collegati in videochiamata e hanno ricevuto l'applauso dei presenti. Non tantissimi, a dir la verità, come ha sottolineato il senatore Sandro Ruotolo, vicino ai fratelli dal primo minuto: "Se fossimo tanti avremmo già vinto la battaglia. Siamo abbastanza per cominciarla, però. Questi giovani hanno deciso di denunciare. Adesso non dobbiamo lasciarli soli. Non si è trattato di un incidente, si tratta di una paranza di camorra. Quella moto sfrecciava da giorni per affermare il predominio del territorio". 

Poil il messaggio alle istituzioni: "Se ci fossero stati gli uomini delle forze dell'ordine, come ci sono nella metà alta di via dei Tribunali, allora tutto quest non sarebbe accaduto". Cala la Pasta, infatti, è situato a pochi metri da Castel Capuano. In questo tratto non è in funzione neanche una telecamere e i presidi di vigili, polizia e carabinieri sono concentrati tutti nella parte più turistica. 

Assente il sindaco Manfredi, la Giunta comunale è stata rappresentata dal vice Mia Filippone: "Non possiamo militarizzare la città - si è limitata a dire - Le telecamere? Arriveranno, ma ci vuole tempo. Deve intervenire il Ministero dell'Interno". La Filippone è stata interrotta da Danilo e Fabio: "Vorremmo sapere la data di quando saranno installate le telecamere, perché è da tre anni che se ne parla, ma ancora non abbiamo visto nulla. Siamo stanchi delle parole". 

A gennaio 2022, il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese siglò un patto sicurezza con Manfredi, De Luca e le autorità cittadine. Quel patto, però, non assicurava nulla. Non riportava tempi, responsabilità e soprattutto risorse. Quando provammo a farlo notare al ministro in conferenza stampa, ci diede dei maleducati. Cinque mesi dopo quell'incontro e otto mesi dopo l'elezione di Gaetano Manfredi, Napoli non ha una sola telecamera in più. 

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