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Cronaca

“Luigi Cesaro va arrestato”: il ricorso dell'Antimafia

Il deputato Fi ed ex presidente della Provincia ha visto annullata l'ordinanza di custodia cautelare dal Tribunale del Riesame. La Dda della Procura di Napoli è però ricorsa in Cassazione

Luigi Cesaro va arrestato. Lo sostiene la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, che è ricorsa in Cassazione dopo il provvedimento, datato 14 agosto, con il quale il Tribunale del Riesame ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il deputato di Forza Italia ed ex presidente della Provincia di Napoli.

L'ordinanza, notificata a fine luglio e non eseguita dato il rango di deputato dell'accusato (può essere arrestato soltanto dopo il voto favorevole della Camera), venne annullata per l'inattendibilità del pentito Luigi Guida, che in due interrogatori aveva negato il politico recatosi da lui per concordare una tangente fosse Cesaro, affermazione poi ritrattata.

Per il procuratore aggiunto della Dda Giuseppe Borrelli, però, la motivazione dell'annullamento dell'ordinanza “è carente” perché la modifica delle dichiarazioni “non costituisce dimostrazione insuperabile dell'inattendibilità intrinseca del dichiarante”. Le dichiarazioni di Guida, in effetti, collimano con quelle di un altro pentito, Gaetano Vassallo.

Secondo sia Guida che Vassallo, Cesaro era sui luoghi delle trattative tra il clan dei Casalesi e l'azienda di famiglia. Vassallo riferisce "di aver addirittura presenziato ad uno di questi incontri". La Procura sottolinea, d'altro canto, che il Riesame "non ha sollevato alcun dubbio sull'attendibilità di quanto riferito dal Vassallo”.

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