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Tre anni fa moriva Genny Cesarano. Il padre: "Deluso dalle istituzioni"

"Mio figlio è morto da tre anni ma qui è cambiato ancora poco. Sono deluso dalle istituzioni". In tre anni si aspettava di più Antonio Cesarano, il padre di Genny, giovane di 17 anni ucciso il 6 settembre 2015, colpito da un proiettile vagante esploso durante una stesa nel Rione Sanità. 

A tre anni dalla sua scomparsa, è stato organizzato un lungo pomeriggio in sua memoria. "Abbiamo allestito laboratori d'arte per i minori del quartiere - spiega Antonio - per ricordare alle istituzioni che questi ragazzi devono avere qualcosa da fare per non restare tutto il giorno in mezzo a una strada, dove possono prendere strade sbagliate". 

Purtroppo, il Rione Sanità non ha risposto con grandi numeri, come già capitato in precedenti manifestazioni, come se la paura di esporsi fosse ancora latente nelle strade del Rione. Solo poche decine di cittadini si sono ritrovati nei pressi della statua che ritrae Genny Cesarano con un pallone. 

Da qualche giorno, sono state spente anche le telecamere del nuovo impianto di videosorveglianza, installato pochi mesi fa. Il motivo è da ricercare in una incomprensione tra la ditta che si è occupata del sistema e il Comune di Napoli. Da contratto, è Palazzo San Giacomo che dovrebbe occuparsi dell'alimentazione energetica delle telecamere. Ma mentre il Comune ha fatto richiesta di voltura all'Enel per intestarsi l'utenza, la ditta in questione ha chiesto alla società che gestisce l'energia elettrica la risoluzione del contratto, rendendo vana la voltura. Un pri pro quo che si sarebbe potuto evitare facilmente.

"E' una delusione continua - rincara la dose Antonio - chissà se queste telecamere verranno riaccese. A Napoli ancora si spara nelle strada, solo due giorni fa è stata ferita una donna affacciata a un balcone, a Forcella, e io rivivo il dramma che ha ucciso mio figlio". 

L'amministrazione assicura che la videosorveglianza sarà rirpistinata in fretta: "E' questione di pochi giorni - afferma il vicesindaco Raffaele Del Giudice - giusto il tempo tecnico per aprire una nuova posizione con l'Enel. Oggi è importante essere qui, perché la famiglia di Genny, come altre famiglie che hanno perso i propri cari in fatti di camorra, rappresentato la resistenza della città di Napoli alla criminalità organizzata". 

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