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Cronaca

A Report un'inchiesta su tutti i "pericoli" della pizza

Da un forno non correttamente pulito, tra fumi e farina carbonizzata, la pizza può risultare bruciata sul fondo e contenere, quindi, idrocarburi ritenuti cancerogeni. Il reportage tocca diverse città italiane

La pizza al centro dell'inchiesta del programma condotto da Milena Gabanelli in onda ieri sera, domenica 5 ottobre, su Rai3.

L'inviato di Report, Bernardo Iovene, fa il giro di diverse pizzerie in varie città italiane: parte ovviamente da Napoli, per poi toccare anche Roma, Milano, Venezia e Firenze.

Quello che emerge dal reportage intitolato "Non bruciamoci la pizza" è che spesso la pizza appare bruciata sul fondo a causa di fumi neri e di residui di farina bruciata in alcuni forni, puliti non con la giusta frequenza.

Anche Antonio Pace, presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, intervistato da Iovene, confermerà che "se la pizza è bruciata sotto è perché è stata utilizzata troppa farina".

La troupe di Report fa poi analizzare alcune pizze "bruciacchiate sul fondo" in un laboratorio specializzato sugli idrocarburi negli alimenti ad Oderzo, in provincia di Treviso  e i risultati ("una sorpresa anche per noi", spiega la Gabanelli)  dimostrano una presenza sopra la norma di benzo(a)pirene e benzoantracene. Sostanze definite "cancerogene" che quindi, in eccesso, sono potenzialmente dannose per la salute.

Basterebbe quindi, emerge ancora, pulire con maggiore frequenza il forno, cercare di evitare di produrre il fumo tenendo la giusta temperatura, usare meno farina anche con l'aiuto di una pala forata.

Si procede poi con la verifica dei cartoni utilizzati per la pizza da asporto, ed emerge che il cartone più usato è quello riciclato che è anche quello illegale (sono da utilizzare sono quelli di cellulosa pura o i semichimici). Anche sugli ingredienti utilizzati, secondo quanto emerso dal reportarge, non c'è sempre da rallegrarsi: sarebbero pochi i pizzioli che usano, ad esempio, le passate di pomodori San Marzano (indiscussa eccellenza nostrana), olio extra vergine di oliva (al quale, emerge ancora dalle interviste ai pizzaioli, si preferisce l'olio di semi), farine con meno glutine, lunghe lievitazioni e mozzarella con latte completamente italiano.

Un attacco alla pizza, eccellenza soprattutto partenopea? No, almeno secondo quanto dichiara Milena Gabanelli. L'inchiesta, dice la conduttrice nel corso della puntata, ha il solo scopo di spronare le pizzerie a lavorare meglio perché così lavorano di più e in un'intervista si sottolinea anche l'importanza di riconoscere il prodotto di qualità, visto "che la differenza fra una pizza fatta con ingredienti genuini, cotta in un forno curato, rispetto a quella condita con olio di colza, lievitata 1 ora, con farina piena di glutine e mozzarelle estere di scarsa qualità, potrebbe essere di 40 centesimi".

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