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Cronaca

Renzo Arbore: "La Napoli che ho conosciuto non c'è più"

"Ce n'è un'altra diversa, altrettanto bella, che si sta risollevando dall'immagine deteriore che si vorrebbe prevalente, e sta riscoprendo le sue bellezze". Nella sua biografia illustrata un capitolo dedicato a Napoli

Cinquanta, strepitosi, anni di carrira celebrati in una biografia illustrata che si accompagna ad una mostra multimediale. Radio, dischi, gadget improbabili, tazze e ogni altro tipo di oggetti collezionati legati ad annedoti, momenti di vita, curiosità. Visionaria e irreverente, è la biografia di Renzo Arbore, edita d Rizzoli, dal titolo "E se la vita fosse una Jam Session? (Fatti e misfatti di quello della notte)".

A 78 anni, l'artista foggiano che ha cambiato il modo di fare televisione con i suoi programmi originali, ironici e intelligenti, che ha portato in giro per il mondo, con straordinario successo, la canzone napoletana, si racconta in prima persona e dedica un capitolo anche alla sua città di adozione, quella della sua formazione, che continua ad amare visceralmente: Napoli.

Come rifrisce Ilaria Urbani, che intervista Arbore per Repubblica, per lo showman pugliese Napoli oggi è molto diversa dal passato, ma è altrettanto bella:

"LA NAPOLI che ho conosciuto non c'è più, quella Napoli dell'eleganza di Roberto Murolo, Francesco Rosi, Raffaele La Capria, Antonio Ghirelli, Giovanni Ansaldo, Francesco Compagna, ma ce n'è un'altra diversa, altrettanto bella, che si sta risollevando dall'immagine deteriore che si vorrebbe prevalente, e sta riscoprendo le sue bellezze".

"Per me - dice ancora Arbore - la Napoli della cartolina è la vera Napoli, sono un sostenitore della cartolina, contro quella generazione che ha criminalizzato per anni la "città cartolina". Mi hanno spesso detto di aver usato l'immagine di Napoli: mi pregio invece di aver portato Napoli nel mondo".

Parole commoventi e di affetto anche per la scomparsa di Luca De Filippo e Pino Daniele, due icone di Napoli. "E' sempre un vuoto incolmabile per Napoli quando muore un De Filippo" dice, e ancora: "Pino Daniele è stato un vero innovatore della canzone napoletana, lui e Gragnaniello sono gli ultimi grandi eredi della canzone napoletana".
 

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