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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Rapina a Insigne, polemiche sul servizio del Tg1: "Napoli minaccia i suoi idoli"

Al centro del dibattito un approccio del giornalista Marco Bariletti secondo molti palesemente discriminatorio verso la città, associata in pieno ai rapinatori

Minacciato con una pistola e rapinato di soldi e gioielli al Vomero mentre era con la moglie”. Così uno dei titoli del Tg1, ieri alle 13.30. La notizia, vera – al di là del fatto che il quartiere giusto fosse Chiaia – ha portato però, secondo molti, persino il primo telegiornale nazionale a cadere nei discriminatori luoghi comuni sulla città partenopea.
Nell'occhio del ciclone il servizio di Marco Bariletti, primo di cronaca nazionale. “Questa volta la pistola l'hanno puntata contro la fantasia – comincia il giornalista – Quella di Lorenzo Insigne, l'attaccante che con assist e gol ha riportato il Napoli a lottare per lo scudetto. Un campione nato in questa città. Ieri sera stava passeggiando con la moglie al Vomero, quando è stato rapinato di soldi e gioielli”.

Fin qui la cronaca. “Non è la prima volta che i calciatori azzurri vengono presi di mira dalla criminalità – prosegue Bariletti – Tra il 2008 ed il 2012 vennero derubati del Rolex Lavezzi, Hamsik, Zuniga. La moglie di Cavani avrebbe convinto il campione uruguayano a trasferirsi a Parigi proprio perché spaventata dopo uno scippo”. Qualcosa – secondo molti napoletani – non va. Si sarebbe potuto fare un servizio sui calciatori della Serie A derubati, tantissimi nelle grandi città del Nord come del Sud, eppure il giornalista ha scelto di incentrare il pezzo su Napoli. La vicenda di Cavani, peraltro, è riportata in modo totalmente scorretto: l'uruguayano si era già separato dalla moglie ai tempi del trasferimento in Francia. A lamentarsi di Napoli era stata, invece, la fidanzata del Pocho Lavezzi, Janina Screpante (la coppia sarebbe poi stata rapinata, ironia della sorte, anche a Parigi).

“Sui colpi aprì un'inchiesta addirittura la Dia, dopo il racconto di un pentito secondo il quale le rapine erano punizioni organizzate da frange ultras per i calciatori che giocavano male o che si contrapponevano alla curva – prosegue il servizio del Tg1 – Dichiarazioni che non trovarono però alcun riscontro”. Anche questo passaggio è secondo molti discutibile. È insolito che un giornale attinga ad inchieste archiviate. Quante volte, relativamente ad una personalità politica ad esempio, si fa riferimento a coinvolgimenti giudiziari del passato terminati poi in nulla di fatto? La risposta è semplice: mai.

Ma la parte maggiormente degna di nota del servizio di Marco Bariletti è senza dubbio la chiusura. “Tra i vicoli è cominciato il restauro del murales di Maradona, dipinto dopo lo scudetto del '90”, dice il giornalista entrando – come spesso succede quando vengono descritti fatti di nera a Napoli – nel contesto del folklore cittadino. “Perché Napoli punta anche quest'anno al tricolore e venera i suoi idoli – azzarda il giornalista – Anche se gli eredi di Maradona, oggi, li minaccia con una pistola”. Perché dei rapinatori debbano essere presentati a tutta Italia come rappresentativi della città, è una cosa su cui in molti, da ieri, si stanno interrogando. “Discriminare territorialmente” è trattare diversamente, a seconda del contesto, un episodio simile. C'è quindi da chiedersi: se la rapina ad un calciatore del posto fosse accaduta altrove, il giornalista avrebbe chiuso il servizio nello stesso modo?

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