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Rapina finisce nel sangue in gioielleria: condanne e assoluzioni nell'"Operazione San Gennaro"

Gioielliere accoltellato e moglie picchiata. Bottino per i malviventi 30mila euro

Erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione “San Gennaro”, condotta dalla Squadra Mobile di Latina, che, a ottobre 2020, portò agli arresti di due dei 4 rapinatori considerati i “trasfertisti” che da Giugliano erano andati in provincia di Latina per commettere una violenta rapina in gioielleria. Si è celebrato innanzi al GUP del Tribunale di Latina Dott. Mario La Rosa il processo con il rito abbreviato a carico dei 4 imputati.

Due assoluzioni, per D. A classe 2000 difeso di fiducia dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord e per L.D.N. classe 2000 difeso di fiducia dall’avvocato Antonio Peluso del Foro di Napoli Nord. Due invece le condanne: Giovanni Moccia,  difeso dall’avvocato Andrea Ercolani del Foro di Roma e giudicato col rito abbreviato, che ha rimediato 4 anni e per il 23enne Alessandro Cante che ha ottenuto il patteggiamento a 3 anni ed 8 mesi, difeso dall’avvocato Luigi Poziello. Entrambi sono liberi da ogni misura cautelare.

La rapina

Il 28 maggio 2020 fu messa a segno una rapina presso una gioielleria a Pontinia. I rapinatori, col volto travisato da mascherine chirurgiche e cappellini con visiera, avevano aggredito con efferata violenza il proprietario dell’esercizio commerciale e sua moglie, accoltellando l’uomo alle spalle e picchiando la donna, per poi trafugare un bottino costituito da diamanti ed oggetti in oro, del valore complessivo di 30.000 euro circa. Poco dopo, i banditi si erano alla fuga utilizzando un’autovettura con targhe rubate.  L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura di Latina, si era basata essenzialmente sull’analisi delle immagini dei sistemi videosorveglianza del Comune di Pontinia e di quelli limitrofi; è stata così identificata la “batteria” dei rapinatori, incensurati, alcuni dei quali esecutori materiali della rapina ed altri funzionali all’organizzazione criminale sia in veste di basisti, sia per aver fornito un apporto logistico alla banda e per aver ospitato i malviventi in un appartamento a Latina, nella loro disponibilità.

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