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Cronaca

Rossi (Asìa): "Rifiuti in strada? Presto a Napoli non ne vedremo più"

Il presidente, grande esperto di differenziata, è convinto che un giorno il modello partenopeo di gestione e smaltimento della spazzatura sarà esportato ed imitato all'estero

“Rifiuti abbandonati per le strade del capoluogo campano? Un giorno non ne vedremo più. Anzi, il modello Napoli sarà esportato all’estero”. Parola di Raphael Rossi, 37 anni, per una metà francese, per l’altra italiano. Da giugno scorso è presidente dell’Asìa, la spa per l’igiene urbana di Napoli.

A volerlo è stato il sindaco Luigi de Magistris che può dormire sonni un pò più tranquilli. Da sei mesi, infatti, il giovane torinese lavora sodo per risolvere la questione spazzatura vecchia di quarant’anni.

A dispetto del suo viso da bravo ragazzo, Rossi è davvero tosto. E soprattutto, onesto. Quando era consigliere di amministrazione e vicepresidente dell’Amiat torinese, incaricata di raccogliere e smaltire rifiuti, ha detto no ad una mazzetta di 200 mila euro e ha pure denunciato chi aveva tentato di corromperlo.

Napoli confida molto nella preparazione di Rossi, specializzato nella progettazione di sistemi per la raccolta differenziata, come spiega nel corso di un'intervista rilasciata a "Tipi Tosti":

Come è stato l’impatto con i napoletani? E come quello con 3mila dipendenti di cui solo 700 attivi, subappalti con imprese indisciplinate e chiacchierate, 20mila tonnellate di monnezza per strada e la differenziata da costruire di sana pianta?
Sono stato accolto con un affetto e una fiducia meravigliosi.

Il suo primo giorno?
Bisognava fare lo slalom fra i rifiuti quando sono arrivato il 16 dicembre dell’anno scorso.

Quali sono i suoi progetti per la città? Cosa si sta facendo per far scomparire la spazzatura dalle strade di Napoli?
Stiamo sviluppando la Raccolta differenziata a fondo. Siamo partiti da Scampia ed ora stiamo facendo Posillipo. Contemporaneamente abbiamo stipulato degli accordi per mandare temporaneamente i rifiuti all’estero.

Perché nessuno è mai riuscito, se non per brevi periodi, a trovare una soluzione?
Perché conviene a molti.

Pensa che un giorno non vedremo più rifiuti e che si potrà esportare il modello Napoli all’estero?
Io ne sono certo. Napoli non può continuare ad essere offesa in questo modo. Per questo sono qui.

E’ ottimista! Ma di cosa c’è bisogno?
Di normalità, tempo, volontà, risorse e rispetto delle procedure.

Per quante ore lavora?
Troppe. Per lavorare bene non bisogna lavorare troppo e io e alcune persone di Asia lavoriamo tanto. Il mio obiettivo è riportare anche questo aspetto alla normalità.

Veniamo ai nodi più tecnici. Se la raccolta differenziata dovesse raggiungere gli obiettivi di legge (65%), secondo lei ci sarà un reale risparmio per i cittadini sulla tassa rifiuti?
No, finché non ci saranno in Campania sufficienti impianti di compostaggio e quindi tariffe di trattamento dell’organico analoghe a quelle del nord Italia.

Quanto crede che possa incidere la mancanza di precise informazioni e comunicazioni istituzionali sulla corretta gestione dei rifiuti a Napoli?
Beh, ora poco, perché stiamo facendo le cose in modo giusto.

Cosa pensa dei termovalorizzatori della Marcegaglia, che funzionano solo (e dovranno funzionare) se il territorio produce un certo quantitativo (piuttosto elevato) di rifiuti?
La Campania è terza in Italia per capacità di incenerimento. Ad oggi brucia più del Piemonte, la mia regione. Credo che gli sforzi debbano essere indirizzati sull’impiantistica a servizio della raccolta differenziata.

Esistono inceneritori di ultima generazione che non danneggiano la salute?
Si tratta di combustioni che, come tali, hanno degli impatti ambientali. Poi gli impianti recenti hanno ridotto le emissioni di alcuni inquinanti. A mio avviso è il bilancio dei gas serra a doverci far prediligere la differenziata all’incenerimento.

Quali sono le strategie più efficaci per una politica di riduzione a monte dei rifiuti? Cosa si dovrebbe fare dall’alto per indirizzarsi su questa strada piuttosto che su quella del semplice smaltimento?
Vi sono in questo momento dei Paesi del Centro Europa, che hanno fatto delle cose straordinarie.

Tipo?
Incentivare il vuoto a rendere per legge.

 

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