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Cronaca Caivano / Parco Verde

Processo Fortuna, Titò: "Al primo piano c'era la stanza dei bambini"

La rivelazione, in una dichiarazione spontanea, dell'uomo indagato per l'omicidio di Fortuna Loffredo

Nuovo colpo di scena nel processo sulla morte di Fortuna Loffredo, la bimba violentata e uccisa tre anni fa nel Parco Verde di Caivano.

Come riportato dal Mattino, l'imputato Raimondo Caputo detto "Titò" ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee. "In quell'isolato, al primo piano, c'era la stanza dei bambini – ha raccontato ai giudici – Lo sapevano tutti e tutti sapevano quello che succedeva. Tanto che uno degli inquilini è stato condannato a dieci anni per aver abusato della figlia dodicenne". "In quel maledetto posto, abitato da napoletani – ha concluso l'accusato della morte e delle violenze su Fortuna – mi hanno messo in mezzo, perché io non sono del loro ambiente. Io sono di Afragola".

Rigettata la richiesta dell'uomo di avere un confronto con Marianna Fabozzi, ex convivente a sua volta accusata di aver taciuto sulle presunte violenze sessuali di Caputo nei confronti delle proprie figlie. La donna è stata più volte indicata dallo stesso Titò come l'autrice dei delitti di Fortuna e di Antonio Giglio, figlio della Fabozzi morto in circostanze del tutto analoghe a quelle della bambina.

Rigettata anche la richiesta dell'accusa di ascoltare in aula la figlia maggiore della Fabozzi, la cui testimonianza è quella su cui si basa l'intero procedimento. Titò ha confessato la violenza sessuale ai suoi danni, pur proclamandosi innocente per l'omicidio di Fortuna.

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