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Cronaca

Ricerca: la protesta è in Piazza San Domenico

Da Milano a Napoli, sono numerosi i sit-in organizzati per protestare sia contro la riforma Gelmini, sia contro la manovra finanziaria di Tremonti. I ricercatori si rifiutano di insegnare nelle università

Circa cento tra ricercatori e docenti sono scesi in Piazza San Domenico, stamattina, per protestare contro la riforma Gelmini e la manovra finanziaria di Tremonti.
Da una parte il blocco degli stipendi già ridotti all'osso, dall'altra una nuova soluzione di reclutamento che limita le assunzioni.
Così da Milano a Napoli numerosi i sit-in di protesa organizzati per fronteggiare una problematica che in Italia arreca gravi danni al mondo dell'istruzione. I ricercatori infatti vanno sempre più recentemente adoperati come docenti, distorcendo l'inclinazione naturale del loro mestiere.

Per questo in alcuni atenei campani molti ricercatori hanno già dato l'indisponibilità all'insegnamento che non viene loro retribuito. Nella facoltà di scienze della Federico II, ad esempio, sono circa 200 coloro che si sono rifiutati di prestare servizio come docenti. E lo stesso capita anche negli altri atenei campani, dove moltissimi hanno rifiutato di svolgere attività didattiche.

"Noi svolgiamo già il 30-40% dell'insegnamento - spiega Luca Cozzolino ingegnere ricercatore alla Parthenope - lo abbiamo fatto e lo facciamo con la prospettiva della carriera. Oggi non vogliamo più farlo anche perché di carriera non se ne parla proprio. Inoltre con il blocco degli stipendi degli statali, i 1200 euro che prendiamo oggi tra inflazione e aumento del costo della vita varranno il 30% in meno tra tre anni. Tutto questo è inaccettabile".
Per non parlare poi delle circa 5.328 ore che i ricercatori della Parthenope, nella facoltà di economia, hanno sottratto al loro lavoro per dedicarsi all'insegnamento.

La manifestazione a Piazza San Domenico si è protratta per alcune ore. Nella tarda mattina ha raggiunto i manifestanti anche il rettore della Sun, Francesco Rossi, il quale ha spiegato che "i ricercatori vogliono che nell'università italiana prevalga il merito. Alla Sun su 1.050 docenti la metà sono ricercatori che hanno diritto a vivere dignitosamente e con prospettive di carriera".

Intanto le manifestazioni di protesta continuano ad essere organizzate, tagliando diametralmente tutta l'Italia. I ricercatori chiedono maggiore rispetto per la loro professione, altrimenti la fuga dei cervelli, di cui spesso si parla, sarà inevitabile.

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