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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Ferdinando / Piazza Plebiscito

Tassisti presidiano Piazza Plebiscito: ecco la voce della protesta

"Si tutelano i privilegi e non il lavoro e la vita". Così i manifestanti questa mattina a NapoliToday. "A Napoli siamo già in esubero, liberalizzare significa mandarci per strada, farci diventare tutti disoccupati"

I tassisti napoletani “occupano” Piazza del Plebiscito. Da ieri sera una marea di auto bianche parcheggiate nella più famosa piazza di Napoli per protestare contro la liberalizzazione delle licenze per i taxi.
Sono 2370 i tassisti che operano sul territorio cittadino, con un esubero rispetto alle esigenze di una città tanto caotica già stimato in circa 800 unità. Con la liberalizzazione potrebbero diventare circa 5mila. I conti certamente non tornano a questi lavoratori, che dichiarano di essere già in grossa difficoltà allo stato attuale delle cose.

Più che un’intervista, ci sembra di accogliere lo sfogo di centinaia di lavoratori, questa mattina al centro storico. Sono arrabbiati e decisi a proseguire lo sciopero ad oltranza finché non verranno ascoltati.
“Hanno preso decisioni senza conoscere i problemi reali cui tutti i giorni andiamo incontro in questa città, in questo specifico settore, invitiamo governanti a stampa a passare una giornata con noi, sui nostri taxi per vedere che tipo di vita facciamo e quanto guadagniamo” ci dice un gruppo di tassisti, che ancora ci spiega: “il problema è che non tutte le città sono uguali: a Napoli siamo già in esubero e facciamo fatica a sopravvivere, facciamo lunghissime pause in posteggio durante i turni di lavoro, la città è caotica e una corsa non è sempre breve come a Bologna o a Milano, alla fine della giornata se ci va bene, abbiamo guadagnato 50-60 euro ai quali vanno tolte spese di benzina, assicurazione e usura auto. Ci resta uno stipendio da fame. E ci vogliono togliere anche il futuro”.

Il futuro, è questa la preoccupazione più grossa: aver pagato una licenza anche 170-180mila euro, comprando di fatto un lavoro e una liquidazione per quando sarà tempo di pensione che adesso vedono svanire.
“Ho pagato per dieci anni il mutuo per la licenza e per altri dieci quello per una piccola casa – ci dice un tassista in protesta con grande delusione -, pensavo finalmente che avrei avuto un po’ di serenità e invece mi ritrovo punto e da capo, anzi peggio di prima, adesso potrei non avere più una prospettiva”.
E c’è poi chi la licenza la sta ancora scontando, con mutui e prestiti da restituire.

Tassisti in Piazza Plebiscito - V. Graniero/NapoliToday

Non mancano le denunce contro il caro assicurazione e benzina: “Paghiamo il 40 per cento in più – ci dice un altro manifestante – per assicurare i nostri taxi, ma noi siamo professionisti dell’auto: siamo più abilitati degli altri perché sappiamo fare bene la nostra professione per questo paghiamo una cifra ingiustificata, che di fatto, non riconosce la nostra professionalità come invece viene riconosciuta ad altre categorie. Non ci viene nemmeno riconosciuto il fatto di svolgere un lavoro altamente usurante”.

Anche il contributo comunale, ci spiegano i tassisti in protesta, è poca cosa: circa 500 euro all’anno. Niente considerando che, con i prezzi attuali della benzina, ci vogliono anche 20 euro di carburante al giorno.
“Inoltre, se parliamo di concorrenza, un mercato parallelo esiste già – sottolineano i tassisti -, ci sono i mezzi pubblici e gli NCC (il noleggio privato con conducente), per non parlare degli abusivi che nessuno controlla”.

Il controllo di settore è un altro nodo fondamentale: punto spinoso che ai manifestanti proprio non va giù. Ci dicono che la categoria andrebbe monitorata, solo così ci si potrebbe rendere conto delle problematiche relative ad ogni territorio, diverse ovviamente da zona a zona e soprattutto da città a città: “Qui non siamo a New York dove i tassisti  girano per la città durante l’intero turno, dove ci sono milioni di utenti e la benzina costa poco, qui facciamo soste lunghissime e rischiamo anche le multe perché non sempre possiamo posteggiare”. La polemica arriva in risposta al governatore del Lazio Renata Polverini che nei giorni scorsi ha portato l’America come esempio per le liberalizzazioni.

Taxi a Piazza Plebiscito © Tm News/Infophoto

E la licenza bis? Almeno quella non è una buona opportunità? chiediamo ai manifestanti. “Un bluff anche quella” ci dicono senza mezzi termini. “Non serve a niente se poi saremo in un esubero tale da doverci fermare, già adesso abbiamo ridotto le corse per mancanza di lavoro. E’ come dare un sacco con un milione di euro a chi però sarà costretto a vivere da solo nel deserto, che cosa se ne fa?”.
Il succo del discorso è sempre quello “Le decisioni che riguardano questa manovra economica sta riguardando solo le classi già svantaggiate, che pagano e faticano ad andare avanti. Le priorità sono altre, noi già paghiamo troppo, se ci levano il futuro che cosa dovremmo fare? Dovrebbero tutelarci il lavoro e quindi la vita, invece si stanno tutelando esclusivamente i privilegi, ma così non possiamo andare avanti”.

Anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, si è espresso sui motivi della protesta di queste ore sottolineando che “la liberalizzazione non è una priorità per il Paese” e invitando il Governo a rivedere le sue posizioni. "Credo che i tassisti napoletani abbiano ragione – ha specificato De Magistris - anche perché con noi collaborano bene e stanno contribuendo alla ripresa di questa città con i grandi progetti di mobilità che stiamo facendo".
 

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