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Santobono, la protesta degli operatori sanitari: "Precari da anni, ora ci licenziano"

Sit-in all'esterno dell'ospedale: "In prima linea contro il Covid, per dieci anni abbiamo garantito la sopravvivenza del sistema sanitario regionale"

Da eroi nella prima fase della pandemia da Covid-19, a esuberi negli ultimi mesi. Così è cambiato lo status di centinaia di operatori socio-sanitari in Campania. Tra le situazioni più spinose quelle dell'Osepdale Santobono, dove questa mattina i 18 lavoratori hanno organizzato un sit-in di protesta.

"Ci trattano come usa e getta - spiegano - noi abbiamo lavorato dieci anni o più negli ospedali di Napoli, nei reparti più disparati. Abbiamo coperto i buchi del Covid nelle sue diverse ondate e oggi rischiamo di essere messi alla porta".

Questi operatori sono passati da un contratto atipico all'altro, spesso attraverso società interinali, pur prestando servizio continuativo per il sistema sanitario regionale. "Negli anni del blocco del turnover abbiamo garantito la sopravvivenza delle strutture" denunciano. 

I problemi sono cominciati con il concorso bandito nei mesi scorsi che non prevedeva alcun punteggio per chi avesse maturato esperienza negli ospedali. "Inoltre - sostengono - i bandi prevdono assunzioni in numero non sufficiente per garnatire assistenza".  

L'appello è rivolto al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: "Noi operatori socio sanitari somministrati siamo formati e specializzati sul campo, abbiamo garantito i famosi Lea per quasi 10anni. Al nostro posto arriveranno persone poco formate e senza esperienza. Chiediamo al presidente de Luca che abbiamo votato di aiutarci ad uscire da questa condizione di precarietà, rischiamo di perdere il lavoro e di non poter piu portare avanti le nostre famiglie".

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