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Dramma ex Montefibre: senza soldi e malati di amianto

Sono 150 gli ex lavoratori dell'azienda che sono in mobilità da 18 anni e che hanno scoperto gli effetti dell'esposizione al materiale tossico

Diciotto anni in mobilità, diciotto anni di promesse mai mantenute. I 150 ex lavoratori Montefibre, che chiuse i battenti nel 2004, passando da un ammortizzatore sociale all'altro, con lunghi periodi senza alcune entrata economica. Il reinserimento non c'è mai stato, i corsi di formazione nemmeno. Ma adesso, si trovano ad affrontare un nemico ancora più pericoloso. 

Da alcuni mesi, infatti, queste persone hanno scoperto gli effetti dei tanti anni trascorsi a lavorare in ambienti pieni di amianto. "Non siamo ancora di fronte a malattie tumorali - spiega Paolo Fierro di Medicina democratica - ma ci sono i segni delle infiammazioni in diversi lavoratori della Montefibre. Il contatto con questo materiale può portare conseguenze anche molti anni dopo. E' stato difficile convincere le autorità a dare a queste persone ciò che gli spetta, cioé il monitoraggio. E per quest ritardo delle istituzioni non possono andare neanche in pensione prima, cosa di cui avrebbero diritto". 

Gli operai hanno manifestato ancora una volta davanti alla Prefettura di Napoli. Nonostante lo spettro della malattia, a preocupare di più è la povertà. Una parte percepisce un assegno di 500 euro al mese, un'altra parte è senza entrate da nove mesi e non vedrà un euro prima di settembre: "Ho una moglie e tre figli - racconta Ciro - Come posso vivere? Mi stanno spingendo a delinquere". 

Ad appoggiare la mobilitazione anche i vertici di Usb: "Chi doveva accompagnare questi lavoratori nel reinserimento non ha fatto nulla - spiega Enzo De Vincenzo della segreteria cittadina - Ci sono state promesse su promesse, come quell di una reindustrializzazione dell'area che, in realtà, non è mai avvenuta. Ci sono 150 famiglie che aspettano una risposta da 18 anni". 

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