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Cronaca

Pronto soccorso del Cardarelli nella bufera, la lettera degli infermieri: "Noi vessati e mortificati"

Segue la sospensione dei ricoveri per "saturazione della capacità ricettiva"

Resta critica la situazione al pronto soccorso del Cardarelli. Ieri la sospensione dei ricoveri (per "saturazione della capacità ricettiva") eccetto che per "codici rossi" disposta dal management del nosocomio, oggi la lettera di infermieri e operatori sanitari.

La missiva è stata indirizzata al direttore generale, al direttore sanitario, al direttore amministrativo, al capo dipartimento di emergenza, al direttore Sirt e alle sigle sindacali, e chiede "che si intervenga in modo preciso per ripristinare un clima sereno e di collaborazione in un reparto nevralgico dove gli operatori sono in burn-out e anche la salute personale viene messa a rischio".

"Vessati e mortificati, c'è una guerra in atto con la coordinatrice"

Gli autori della lettera parlano di "mortificazioni" e "vessazioni" cui viene sottoposto il personale, e fanno riferimento più o meno esplicito al primario ponendosi al fianco della coordinatrice. "Gli scriventi infermieri e Oss del Pronto Soccorso ancora una volta devono constatare con grande amarezza che sono venute meno le condizioni di fiducia e di rispetto nei confronti del responsabile dell’UOC – recita la lettera – È ormai prassi quotidiana la mortificazione e la vessazione del personale in un clima di continue malversazioni gratuite mentre nulla viene messo in campo per migliorare la situazione di enorme stress lavorativo che da mesi grava sugli operatori. Invece non si perde occasione per creare problemi pretestuosi che producono grave disagio e impattano in modo estremamente negativo sulle prestazioni del personale". "Ancor più grave è la continua e quotidiana guerra messa in campo nei confronti della nostra coordinatrice, alla quale già in una precedente occasione avevamo espresso il nostro pieno e incondizionato sostegno e che riaffermiamo con totale convinzione in questa sede. Chiediamo che si intervenga in modo preciso per ripristinare un clima sereno e di collaborazione in un reparto nevralgico dove gli operatori sono in burn-out e anche la salute personale viene messa a rischio".

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