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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Fortuna, la nonna in aula si scaglia contro il presunto orco

L'episodio ha caratterizzato la prima parte della requisitoria finale del pm Claudia Maione

Si avvicina la fine del processo per la morte della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni violentata e lanciata dall'ottavo piano dell'edificio in cui abitava, al Parco Verde di Caivano, il 24 giugno di tre anni fa. Alla sbarra Raimondo Caputo (Titò), con Marianna Fabozzi, la sua ex compagna, ancora una volta assente.

Prima dell'udienza, riportata dal Mattino, è stata letta una lettera dei detenuti del padiglione Roma di Poggioreale, dove questi hanno smentito quanto dichiarato nell'ultima udienza dall'ex compagno di cella di Caputo. L'uomo aveva raccontato che Titò gli aveva confessato il delitto di Fortuna.

Alle 9.30 è poi iniziata la prima parte della requisitoria dell'accusa, affidata al pm Claudia Maione. La sua ricostruzione del delitto, supportata anche da testimonianze video come quelle delle figlie della Fabozzi, ha molto colpito emotivamente i presenti. Mentre nelle immagini la migliore amica di Chicca raccontava di come Caputo l'avesse lanciata nel vuoto, la nonna della vittima – in aula – si è scagliata inveendo contro il presunto omicida. Il presidente Barbarano si è visto costretto a farla allontanare dall'aula.

Prima del termine della seduta (la seconda parte della requisitoria con richiesta della pena è prevista il 30 giugno), Caputo ha rilasciato un'ulteriore dichiarazione spontanea, in cui ha dichiarato di essere il capro espiatorio della famiglia di Marianna, che – a suo dire – avrebbe ucciso Fortuna come suo figlio Antonio. Per la morte del piccolo, avvenuta in circostanze del tutto analoghe a quelle di Fortuna soltanto un anno prima, la donna è indagata per omicidio volontario mentre Caputo il reato di favoreggiamento.

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