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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Bagnoli

Eternit Bagnoli, slitta la sentenza su Schmidheiny: è accusato della morte di 8 persone

È attesa per il 6 aprile. I pm per l'imprenditore, a processo per omicidio volontario, hanno chiesto 23 anni e 11 mesi di carcere

Verrà pronunciata il prossimo 6 aprile la sentenza del processo Eternit bis, che vede a Napoli imputato Stephan Ernest Schmidheiny (74 anni), imprenditore ed ex proprietario dello stabilimento di Bagnoli. È accusato di omicidio volontario di sei operai dello stabilimento che sorgeva nel quartiere flegreo e di due loro familiari, e per lui - il 2 marzo scorso - i pm Anna Frasca e Giuliana Giuliano hanno chiesto 23 anni e 11 mesi di carcere.

L'udienza di stamane, presso la Corte di Assise del tribunale di Napoli, ha visto discutere gli avvocati della difesa di Schmidheiny. In particolare il legale Guido Carlo Alleva ha sottolineato come non ci sarebbe stata alcuna volontà da parte dell'imprenditore di "accettare" la morte dei propri dipendenti in nome del profitto, e sottolineato che le conoscenze dell'epoca non erano quelle di oggi citando in merito la sentenza ThyssenKrupp sulla distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente.

Il sito industriale bagnolese aprì negli anni '40, chiuse durante la guerra, ripartì successivamente e restare attivo fino al 1985. Nel 1979 impiegava 534 operai, che producevano lastre, canaloni, tubi e pezzi speciali per l'edilizia.
I sei operai deceduti e i due loro familiari hanno respirato per anni le fibre e le polveri dell'asbesto utilizzato nell'azienda di Bagnoli.

Il processo di Torino

L'Osservatorio Nazionale Amianto, da anni al fianco delle vittime e delle famiglie, si è costituito parte civile.
Per il processo a Torino, Schmidheiny è stato prosciolto per intervenuta prescrizione dopo essere stato condannato in primo grado a 18 anni di carcere per il reato di disastro ambientale.

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