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Cronaca

Razzismo, scrive "Forza Vesuvio" su facebook e finisce sotto processo

Propaganda sulla superiorità razziale, discriminazione razziale ed etnica: sono i capi d'accusa per una donna di Monza (ex consigliere Lega Nord) che dovrà rispondere in tribunale del suo post

Gli insulti razziali su facebook hanno i giorni contati. O almeno è quanto lascerebbe pensare il fatto che Donatella Galli, ex consigliere provinciale (Lega Nord) e autrice di un post riportante "Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili" – dopo il quale si augurava "una catastrofe naturale nel centro-sud" – sta per finire sotto processo.

L'accusa per l'esponente leghista, residente nella provincia di Monza e Brianza, è di aver propagandato "idee fondate sulla superiorità razziale ed etnica degli italiani settentrionali rispetto ai meridionali", nonché di "discriminazione razziale ed etnica": è quanto ha stabilito il pm di Monza Emma Gambardella che, chiuse le indagini, ha rinviato l'autrice del post a giudizio. Un processo che partirà il 23 ottobre 2015.

La questione legale è partita da una denuncia dell'avvocato Angelo Pisani, presidente della VIII Municipalità, che si costituirà peraltro parte civile. La donna nell'ottobre del 2012 pubblicò una foto dell'Italia senza il centro-sud, con la frase "il satellite vede bene, difendiamo i confini". Peggio ancora il commento che lei stessa aggiunse: "Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili", nell'augurio di "una catastrofe naturale nel centro-sud Italia provocata dai tre più grandi vulcani attivi colà esistenti".

Lo stesso Pisani spiega le motivazioni della sua denuncia: "Intendiamo lanciare un segnale forte per far capire a tutti che la dignità dei cittadini italiani, siano essi meridionali o settentrionali, va rispettata e la violenza va ripudiata". Il risarcimento, per un caso che potrebbe fare scuola nel Paese, sarà eventualmente devoluto in beneficenza.

"È ancora forte – ha aggiunto Pisani – l'onda emotiva nel Paese per il ferimento a morte di un giovane, innocente tifoso di Scampia dinanzi allo stadio Olimpico". "La famiglia di Ciro Esposito – ha concluso il legale – ha impartito al Paese una grande lezione di civiltà con i suoi ripetuti inviti alla non violenza".

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