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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Giovanni a Teduccio

Ferito per aver reagito ai rapinatori, la fidanzata: "Che ne sanno di una vita di sogni e sacrifici?"

Le parole della ragazza dopo quanto è stato fatto, a San Giovanni a Teduccio, al fidanzato, da due balordi

Un toccante, e al tempo stesso durissimo post. È quello pubblicato, su Facebook, dalla fidanzata dell'ingegnere 32enne ferito a colpi d'arma da fuoco per aver reagito a due ragazzini che volevano rubargli lo scooter, mentre era impegnato a fare benzina. Il violentissimo video della rapina è stato diffuso sabato. Momenti terribili, finiti con i due rapinatori che gli hanno sparato contro a sangue freddo, per vendetta, senza neanche poi impossessarsi realmente del mezzo.

Il post della fidanzata

"Qualche ora prima stavo preparando la cena dopo una giornata di lavoro, a metà di una settimana lavorativa che ci aveva visti impegnati nel nostro lavoro e che amiamo, come tutte le persone oneste, come tutte le coppie che, passo dopo passo, costruiscono la loro vita insieme. Ero inconsapevole. E all'improvviso, tutto il nostro mondo, quello che fino a quel momento stavamo mettendo su, tutto colorato di noi e della nostra gioia, del nostro amore puro e forte, dei nostri sogni e dei nostri progetti, si è colorato di nero. Tutta la mia esistenza si è colorata di nero. Stavano distruggendo il nostro mondo".

"C'erano pezzi di me e del mio cuore ovunque sul pavimento freddo ma non poteva andare così. Mi hanno insegnato che l'universo risponde e che ciò che immetti nel tuo cerchio, ti torna indietro. Quindi mi sono nutrita di tenerezza, di tutte le carezze ricevute, di tutte le cose che dobbiamo fare e di tutti i progetti da portare a termine e di quelli da ideare una volta finiti quelli già impostati. A chi va il merito? A chi aveva deciso di scendere di casa con una pistola carica e di andarsi a prendere con la prepotenza e con una spietata efferatezza qualcosa che non gli apparteneva. Sparare due colpi per un motorino, comprato per raggiungere più velocemente il centro, dopo otto mesi che combattevamo per salvare la vita del papà di Fabio e, che dopo una lunga battaglia, si è spento giusto due settimane fa. Dolore dentro dolore. E così, avrebbero distrutto il nostro mondo".

"Ma che ne sanno? Che ne sanno di una vita fatta di sogni e sacrifici per raggiungerli? Che ne sanno della speranza, della preghiera, della disperazione, di tutte quelle ore fuori una sala operatoria passate a supplicare affinché lui tornasse da me? Si risolverà tutto perché è così che è giusto, mi sono ripetuta per ore. Anche se le lacrime scendevano e mi faceva male l'anima. Io sono la custode del suo sonno. Io aspetto che dorma per rimboccargli le coperte, perché prima di dormire decidiamo dove incontrarci nel sonno. Andiamo a mangiare un gelato, andiamo in qualche parte del mondo, ovunque insieme. E in quel momento dormiva il sonno di chi doveva essere salvato, quando invece dovevamo essere a casa a riposare per affrontare la parte finale della settimana di lavoro".

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