rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Pompei

Pizzo per il clan Cesarano: incastrato dai tatuaggi

Condannato a tre anni e quattro mesi di carcere Vincenzo Severino per aver accompagnato gli estorsori da due imprenditori di Pompei

Chiese il pizzo di Ferragosto insieme a tre complici a due imprenditori della zona. Era convinto di non essere riconosciuto perché incensurato mentre erano ben note le persone per cui si presentava ed il clan a cui appartenevano. È stato condannato in primo grado Vincenzo Severino, 20enne di Pompei con l'accusa di tentata estorsione aggravata dall'utilizzo del metodo mafioso. Al giovane è stata inflitta una pena di tre anni e quattro mesi di carcere. A giudicarlo sono stati i magistrati della seconda sezione penale del tribunale di Torre Annunziata.

La condanna segue la richiesta di pena invocata dal pm della Dda Giuseppe Cimmarota. La modalità di richiesta del pizzo era la solita. Tre rate da tremila euro l'una per Natale, Pasqua e Ferragosto. Vittime, due imprenditori della zona. La richiesta estorsiva venne formulata dagli uomini che accompagnò. Si tratta di Aniello ed Angelo Cirillo e Valerio Varone che la chiesero a nome di un elemento di spicco del clan Cesarano per cui è ancora in corso il giudizio. L'accampognatore è stato riconosciuto dalle vittime per i tatuaggi evidenti. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pizzo per il clan Cesarano: incastrato dai tatuaggi

NapoliToday è in caricamento