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Cronaca San Ferdinando / Piazza del Plebiscito

Eventi in Piazza del Plebiscito, è scontro tra de Magistris e sovrintendenti

Il sindaco: "Le piazze sono del popolo". Cozzolino e Angelini : "Le regole non sono frutto di un capriccio. Il Comune ne era al corrente, ne ha condiviso gli obiettivi e non si è opposto"

Polemica sull'uso della storica piazza Plebiscito per grandi eventi di massa, in particolare concerti e manifestazioni. Da una parte c'é il sindaco della città, Luigi de Magistris, che sostiene che "le piazze sono del popolo", e dall'altra il Sovrintendente per i beni architettonici di Napoli, Giorgio Cozzolino, insieme al Direttore regionale per i beni culturali della Campania, Gregorio Angelini, sostenitori di un decreto che limita fortemente l'uso della piazza, che si trova in un centro storico Patrimonio dell' Umanità.

"Rispetteremo le regole quando sono di buon senso, ma se sono frutto di un capriccio impugneremo i provvedimenti nelle sedi opportune perché le piazze sono del popolo e non di qualche burocrate", ha detto de Magistris nei giorni scorsi criticando aspramente il decreto. "Il provvedimento non vieta affatto i concerti e le installazioni culturali", hanno replicato Cozzolino e Angelini, ma "mira a mitigare i negativi effetti che uno spazio storico e monumentale, unico per il suo valore, subisce per eventi che implicano enormi affluenze di pubblico e di mezzi. Il fine ultimo - hanno spiegato - è la salvaguardia di un sistema di valori: culturale, storico, artistico, civile" e "gli eventi con eccessivo richiamo producono sul decoro monumentale effetti collaterali devastanti". Durante queste manifestazioni - hanno spiegato - ad esempio, il porticato del San Carlo, piazza Trieste e Trento e gli altri spazi adiacenti "si trasformano in spazi per bancarelle e attività di ogni genere, in Piazza del Plebiscito parcheggiano e manovrano per giorni i TIR come in un piazzale di autogrill, con tutti gli evidenti danni alla pavimentazione, che dovrebbe essere poi riparata dal Comune, responsabile della manutenzione, la massa dei rifiuti aumenta in maniera insostenibile".

"Questo uso anomalo ed indifferenziato degli spazi storici - concludono Cozzolino e Angelini - genera confusione, soprattutto nelle giovani generazioni, cancella le gerarchie di valori esistenti tra gli spazi urbani, produce e alimenta una diseducazione al rispetto dei beni, e alla comprensione dell'importanza della loro unicità. Forse anche queste circostanze concorrono a fare di Napoli una delle città d'Italia maggiormente ferita dal vandalismo sui monumenti". (Ansa)

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