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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Petizione per salvare la biblioteca di Gerardo Marotta

Raggiunte già quasi 8 mila firme

Su Change.org si sta avvicinando alle 8mila firme la petizione rivolta al governatore della Campania Vincenzo De Luca,  per salvare gli oltre 300mila libri della biblioteca dell'avvocato Gerardo Marotta, scomparso nelle scorse settimane.

Fanno parte della biblioteca del fondatore dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, testi di grande valore storico e introvabili.

Ecco la petizione: "L'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, fondato nel 1975 dall'avvocato Gerardo Marotta e altri studiosi ha svolto, dalla sua sede di Napoli, per oltre 40 anni un'intensissima attività culturale di rilevanza nazionale e internazionale, distribuendo oltre 3000 borse di studio e fondando oltre 200 scuole di alta formazione e dando vita ad una biblioteca di oltre 300.000 tomi, molti dei quali rari e introvabili, come testi originali di Giordano Bruno e Gianbattista Vico, grazie all'impegno generoso e instancabile dell'avvocato Marotta nell'attività di ricerca, presso fondi librari e antiquari di mezza Europa. Nel 1993 l'Istituto ebbe anche un pubblico riconoscimento in un rapporto Unesco: «L’Istituto organizza corsi e colloqui ovunque nell’Europa occidentale, pubblica opere in sei lingue, antiche e moderne, contribuendo a fare della sua città una vera capitale culturale». Tutto questo è stato cancellato con un colpo di spugna dalla negligenza della politica. Dal 2009 per l'Istituto è iniziato un lungo calvario causato dai tagli indiscriminati dei fondi alla cultura. Il primo mandante politico fu Giulio Tremonti, ma nel corso degli anni sono cambiati i volti dei protagonisti, ma non l'indirizzo politico, finchè non si è giunti a rendere insostenibile per le finanze dell'anziano Marotta l'affitto dei locali della biblioteca dell'Istituto, sita in via Calascione, a due passi da Palazzo Serra di Cassano. Ora la storica biblioteca è dispersa tra i depositi di un magazzino a Casoria, i sotterranei dell'Istituto Bianchi e le cantine di alcuni privati sostenitori. Un patrimonio inestimabile ormai inaccessibile e a rischio di deperimento o furto. Negli ultimi anni ho abbracciato la battaglia, insieme a Elena Coccia, attualmente vice-sindaco per la Città Metropolitana di Napoli, per ridare dignità all'Istituto in tutti i modi, trovando durante mio percorso grandissima sensibilità nei miei concittadini napoletani. Nel 2013 insieme ad un Comitato Civico abbiamo raccolto oltre 10.000 firme, affinchè la giunta de Magistris e il sindaco in prima persona si impegnassero a risolvere la questione. Nell'aprile 2014 Abbiamo ottenuto attraverso una delibera di iniziativa consiliare, che l'Istituto venisse riconosciuto "BENE COMUNE DELLA CITTA' DI NAPOLI DI RILIEVO NAZIONALE E INTERNAZIONALE" affinchè questo scandalo potesse varcare i confini cittadini. Riuscimmo a sollecitare anche la Regione Campania. La Regione con una vecchia delibera di G.R. n. 6039/01, aveva individuato e acquistato, con fondi europei, un grande appartamento situato al n. 1 di Piazza S. Maria degli Angeli, già sede del Coni, per destinarlo a sede stabile della Biblioteca. Sembrava una possibile svolta. Eppure da allora solo un assordante silenzio. Nonostante i fondi già stanziati la situazione è rimasta immutata. Il 12 agosto 2016 abbiamo dunque deciso di occupare simbolicamente i balconi dell'appartamento assegnato alla Biblioteca per riaccendere i riflettori sulla vicenda già da troppi dimenticata. Uno striscione campeggia da quei balconi, per ricordare alla città questa ferita ancora aperta. Sentiamo ora l'esigenza di rivolgerci direttamente al governatore Vincenzo De Luca affinchè sblocchi questa assurda situazione e apra immediatamente la sede preposta di Santa Maria degli Angeli. Anche la procura di Napoli ha aperto un fascicolo sulla "mancata tutela" della Biblioteca dell'Istituto, ormai bene comune della città. Non c'è più tempo da perdere!". Antonio Luongo

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