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Cronaca

Carcere, pene espiate con i lavori di pubblica utilità

Accordo sottoscritto tra Provincia e Tribunale di Napoli. Gli impieghi saranno nel settore ecologico e nell'assistenza dei disabili. Una struttura controllerà l'espletamento della nuova attività

È stato sottoscritto dal presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, e dal presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi, "un accordo per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità in linea con l'invito rivolto dal ministero della Giustizia per una migliore definizione dei ruoli degli uffici di esecuzione penale esterna".

L'accordo prevede dunque la possibilità di espiare la sanzione al di fuori delle strutture penitenziarie. Ciò potrà avvenire "mediante lo svolgimento di un lavoro di pubblica utilità ed è rivolto a tutti i condannati per reato di spaccio di sostanze stupefacenti, violazioni colpose al codice della strada, a coloro i quali sia stato applicato l'istituto della conversione della pena e ai condannati che abbiano già goduto del beneficio della sospensione condizionale della stessa".

Chi può richiedere di svolgere un lavoro di pubblica utilità? I condannati per reati rientranti nella competenza del Giudice di Pac. Le attività in questione non saranno retribuite ma coperte da assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali a totale carico della Provincia di Napoli. Saranno poi rivolte ai condannati che risiedono nel territorio della provincia di Napoli, ad esclusione della città capoluogo, per la quale sarà predisposta un'ulteriore convenzione.

Per adesso la Provincia di Napoli accoglierà fino a un numero massimo di 10 persone che potranno essere impiegate in vari settori, sopratttutto ecologico e di sostegno ai disabili. In futuro vi sarà anche la possibilità di lavorare in imprese artigianali e commerciali.

"L'impegno che ci assumiamo - ha dichiarato Cesario - è serio e meritevole di grande attenzione, perché mira ad offrire non soltanto una seconda possibilità a chi ha sbagliato, ma anche ad indicare il percorso da seguire per chiudere in maniera definitiva la propria negativa esperienza delinquenziale".

Il presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi, ha spiegato che "si tratta dell'applicazione da parte del giudice penale di pene alternative a quelle detentive, così da consentire finalmente di sviluppare la funzione rieducativa della pena". Non mancherà infine una struttura congiunta costituita dal Tribunale e dalla Provincia di Napoli per monitorare l'espletamento della nuova attività.

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