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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Boss calabrese: "Il superlatitante Pasquale Scotti ucciso"

Il racconto di Franco Pino diventato un collaboratore di giustizia. "Scotti ha fatto finta di essere un collaboratore, è scappato e successivamente l'hanno dato per latitante, però per quello che so io è morto"

Potrebbe essere morto Pasquale Scotti, latitante della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. A dirlo ai magistrati della Dda di Catanzaro è stato Franco Pino, boss della 'ndrangheta di Cosenza divenuto collaboratore di giustizia. Il nome di Scotti, ricercato dal 1985, è inserito nell'elenco dei dieci latitanti più pericolosi d'Italia. Dal 1990 le sue ricerche sono state estese anche all'estero.

Pino ha raccontato: "Scotti ha fatto finta di essere un collaboratore, è scappato e successivamente l'hanno dato per latitante, però per quello che so io è morto".

Pino ha anche riferito che negli anni '80, quando Scotti era ''capodecina" della Nco di Cutolo, molti affiliati al clan napoletano villeggiavano a San Lucido, sulla costa tirrenica cosentina, protetti dal boss dell'epoca Nelso Basile, ucciso in un agguato sotto casa nel 1983. Ed in quel periodo avrebbero anche partecipato ad azioni di fuoco a Cosenza quando era in atto la guerra tra i clan della 'ndrangheta Perna-Pranno da una parte e Pino-Sena dall'altra. Tra loro, ha detto Pino, "c'era una persona di Napoli molto pericolosa, Sergio Bianco, che aveva ammazzato 200 o 300 persone". Il collaboratore ha anche sostenuto che Basile fu ucciso "proprio perché ha portato troppi napoletani. E' stato ammazzato Basile e sono stati allontanati definitivamente i napoletani da Cosenza".

L'identikit di Pasquale Scotti © Tm News/Infophoto

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