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Cronaca

Troppi parti cesarei in Campania, l'ira di De Luca: "Li ridurremo"

Il governatore su Facebook: "È una delle eredità più vergognose che riceviamo dalla gestione sanitaria degli anni passati e di cui dobbiamo rapidamente liberarci"

Polemica sui troppi parti cesarei che vengono svolti nelle strutture sanitarie campane. Sulla questione è intervenuto, attraverso Facebook, il governatore Vincenzo De Luca: “Apprendo dagli organi di informazione che le dieci peggiori realtà ospedaliere d'Italia in relazione alla percentuale di parti cesarei sono in #‎Campania‬. A fronte di ospedali che in Lombardia hanno il 5% di parti cesarei, in Campania abbiamo realtà nelle quali la proporzione è invertita (90% di parti cesarei). È una delle eredità più vergognose che riceviamo dalla gestione sanitaria degli anni passati e di cui dobbiamo rapidamente liberarci. Siamo al lavoro. #‎LaCampaniaRiparte‬".

Per il capogruppo di Campania Libero, Psi e Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli, la media italiana di questi interventi è pari al 35% mentre "nella nostra regione sfiora il 60%. Con la commissione Sanità abbiamo già ritenuto necessario intervenire per evitare un’anomalia tutta campana a cui bisogna porre fine ed è pronta una proposta per cambiare le linee guida per equiparare il costo del parto cesareo con quello naturale con sostanziose decurtazioni economiche a chi abusa del cesareo”.

I NUMERI - Dalle lobby delle cliniche private, agli interessi di tanti ginecologi. L'ultimo rapporto del Cedap (Certificato di Assistenza al Parto, organo del ministero della Salute) parla chiaro. Nel Belpaese, il 35,5 per cento dei parti avviene con taglio cesareo. In Campania, invece, la nascita affidata alla chirurgia si rileva nel 60 per cento dei parti. Quasi il doppio del valore nazionale, prima del Molise (48 per cento) e della Puglia (43 per cento), ma molto dopo Valle D’Aosta e Toscana dove il cesareo rappresenta il 20 per cento di tutti i parti.

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