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Cronaca Pozzuoli

Pietropaolo, la confessione: "Ho agito d'impulso, spero Carla si salvi"

"Era incinta di me e mi tradiva, ecco perché l'ho bruciata". Il protagonista del tremendo episodio di lunedì a Pozzuoli ha ricostruito la dinamica ai carabinieri. E raccontato loro di una vita negli ultimi mesi sempre più allo sbando

Si è schiantato contro il guard rail dopo il ponte del Garigliano. Era imbottito di psicofarmaci, ben oltre quelli che gli erano stati prescritti per il suo stato depressivo. "Ho tentato di uccidermi in quel modo, ho capito subito di aver fatto una cazzata", avrebbe detto agli inquirenti poco dopo. Paolo Pietropaolo, 40 anni, di Pozzuoli, era sconvolto lunedì. Aveva appena dato fuoco alla sua compagna Carla Caiazzo, incinta di loro figlio. Per poi scappare dall'orrore commesso, da se stesso. Tentanto di uccidersi ma senza riuscirci.

Oggi il giudice ha convalidato il suo fermo. Non poteva essere altrimenti: ai carabinieri di Formia ha confessato tutto. L'aveva appena presa a pugni dopo un litigio, poi la colluttazione col vigilante Gennaro Tassieri – loro vicino di casa – intervenuto in difesa della donna, infine concitati momenti, folli. Le ha svuotato una bottiglia di alcol addosso, ha usato l'accendino, e le loro vite sono cambiate per sempre. Carla ripeteva a Tessieri "mi hai salvata, ci hai salvato", riferendosi anche a sua figlia che portava in grembo. Era così per davvero: mentre Paolo Pietropaolo fuggiva verso il suo tentativo di suicidio, il vigilante aveva provato a coprire la donna con una coperta, per poi usare una pompa.

Pietropaolo coi carabinieri è tornato su quel gesto assurdo, fatto “d'impulso”. “La bottiglietta era nel garage tra gli attrezzi. Non sono mai stato violento con lei prima. In macchina, mi sono subito reso conto di quello che ho fatto. Spero che si salvi”. “La amo, la odio”, lo ha ripetuto numerose volte in quelle due ore e mezza d'interrogatorio, così come fin da quando è stato tratto in arresto.

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Il loro era un amore finito, ma non per lui. “In otto mesi, con Carla ci siamo visti quattro volte, ma ci siamo sempre sentiti – ha spiegato – Aveva voluto un figlio con me, ma non lasciava perdere quell'altro. La nostra discussione è nata proprio su questo. Ho perso la testa, mi è scattato all'improvviso qualcosa”. “L'abbiamo voluta insieme la figlia, io credevo in una vera famiglia – ha aggiunto – Lei mi ha allontanato, non voleva saperne".

“Come sta, Carla?” ha chiesto subito al suo avvocato. “Ho fatto una cosa tremenda, gli ha poi detto". Non ha mai chiesto di Giulia Pia, la bambina che i medici del Cardarelli sono riusciti a far nascere. Dall'interrogatorio traspare una persona in uno stato di sbandamento totale. “Ho tentato di suicidarmi quattro mesi fa – ha aggiunto – in una pineta a Castelvolturno. Mi hanno salvato dei ragazzi. Prendo anti-depressivi per dormire. Non sto bene e sapere che, nonostante attendessimo una figlia, lei continuava a vedere un altro mi faceva stare ancora più male”.
"In questi momenti difficili, ho avuto accanto mia sorella”. Ha spiegato di fare uso ogni tanto di droga. Non come il passato, quando era stato costretto a rivolgersi al Sert per uscire dalla dipendenza da cocaina e eroina.

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