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Cronaca Torre del greco

Panetteria costretta a pagare due famiglie di usurai: 11 persone in manette

Una dodicesima persona è ricercata. Gli arresti a Torre del Greco

Da circa due anni era costretta a corrispondere ad intere famiglie somme di denaro per ripagare un iniziale debito, con tassi di interesse pari anche al 67%. La Squadra mobile di Napoli e gli agenti del Commissariato di Torre del Greco hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, nei confronti di 11 persone (4 destinatarie della custodia cautelare in carcere e 7 ai domiciliari), tutte indiziate a vario titolo dei reati di usura ed estorsione. Una dodicesima persona, anch'essa destinataria della misura della custodia cautelare in carcere, è attivamente ricercata. Le indagini sono scattate a seguito della denuncia della vittima, titolare di una storica panetteria nel centro di Torre del Greco, da circa due anni vittima di condotte estorsive e di usura a opera di diverse famiglie. La donna, in un momento di difficoltà economica, aveva trovato la disponibilità di alcuni clienti della panetteria che in un primo momento si erano offerti di prestarle del denaro senza pretendere alcun interesse, per poi successivamente richiederle mensilmente la restituzione di somme di denaro spropositate rispetto al debito iniziale, applicando un tasso di interesse pari anche al 67%. La donna si è quindi trovata nella condizione di non poter ripianare il debito originario e di essere costretta a chiedere ulteriori prestiti ad altri usurai di Torre del Greco, anche imparentati tra loro.

A fronte dei ritardi nei pagamenti, gli usurai hanno tenuto condotte intimidatorie e di violenza fisica nei confronti della donna, costringendola per circa un mese ad abbandonare il panificio di famiglia e la propria abitazione e a nascondersi in un hotel. Dalle indagini è emerso come interi nuclei familiari svolgessero l'attività di usura in maniera coordinata, con una precisa divisione di ruoli e compiti. Le condotte di violenza verbale e fisica hanno avuto l'effetto di piegare totalmente la volontà della vittima che, per timore che gli indagati potessero far male a lei e ai suoi familiari, ha continuato a versare somme considerevoli di denaro anche a fronte di richieste senza alcun fondamento, come i 100 euro richiesti in più per ogni giorno di ritardo nei pagamenti, o cambiamenti nel tasso di interesse richiesto ogni volta che la vittima era in condizione di ripianare integralmente il debito, chiudendo ogni rapporto con gli usurai.  Nel 2011 la donna aveva avuto il coraggio di denunciare numerosi usurai, ma in quel caso la conseguente indagine non ebbe alcun effetto, condannandola a uno stato di rassegnazione al punto da indurla, almeno in un primo momento, a non denunciare l'accaduto né alle forze dell'ordine né all'autorità giudiziaria. 

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