rotate-mobile
Cronaca Pompei

Irlando, Osservatorio Patrimonio Culturale: "Pompei va salvata"

L'Osservatorio chiede che venga sfruttata l'occasione dei finanziamenti europei per la messa in sicurezza degli scavi. Intanto il commissario Ue Hahn effettua un sopralluogo nella struttura

Un giorno cruciale per la storia recente degli scavi di Pompei, investiti nelle ultime settimane dalla questione "crolli". Nel primo pomeriggio, infatti, ha preso il via il sopralluogo del commissario Ue per le politiche regionali, Johannes Hahn, insieme con i ministri Galan e Fitto ed il governatore regionale Caldoro.

Proprio in relazione a questa visita e alla situazione degli schiavi pompeiani, Antonio Irlando, dell'Osservatorio Patrimonio Culturale, nel corso di una lettera al Corriere del Mezzogiorno, chiede interventi concreti per salvaguardare uno dei fiori all'occhiello della Campania e dell'Italia intera.

"Negli Scavi di Pompei ricorre un anniversario di grande vergogna e di inaudita gravità - scrive Irlando - . Il 6 novembre non crollò un edificio romano, ma un velo spesso, tessuto con slogan e banale propaganda, rigido come un muro che nessuno immagina possa crollare. Fu utilizzato per nascondere il degrado, la lunga incuria e l'abbandono dell'area archeologica di Pompei. Si veniva da un tormentato e discutibilissimo periodo di due anni di gestione commissariale degli Scavi (oggi oggetto di delicate indagini della Procura della Repubblica e della Corte dei conti), voluta dal Governo dopo aver preso atto del fallimento delle gestioni ordinarie. Fu decretato un solenne «stato d'emergenza» e «naturalmente» anche gli scavi furono gestiti dalla Protezione civile. Il ricorso all'emergenza fu giudicato inopportuno dalla Corte dei conti, ma solo dopo che si erano già spesi quasi 79 milioni di euro, con procedure d'appalto semplificate e non tutti in necessarie attività di conservazione dei monumenti archeologici".

"Spesso, in passato, - prosegue Irlando - si è affermato, con enfasi planetaria: «Ecco il piano che salverà Pompei», ed ancora «Privati in campo per salvare Pompei» fino alla sublimazione, dopo la gestione commissariale: «Abbiamo salvato Pompei». A pochi mesi da quella frase pronunciata nel Parlamento, la festa fu rovinata dal crollo della Schola Armaturarum. Da allora un susseguirsi di crolli ad annuncio pubblico, seguito da uno sciame di «anonimi», «minori», «di scarso valore archeologico» e finanche di «due muri moderni», resi noti da un sottosegretario. Vi è stato, ma forse, visto il successo, si prorogherà, un «festival dei crolli»".

"Ora sembra ripartire il ciclico ottimismo. A Pompei dovrebbero essere spesi tutti i 105 milioni del contributo europeo, ha assicurato Galan, e non circa la metà come previsto nel piano ufficiale d'interventi straordinari, varato dal Ministero ed approvato dal Consiglio superiore dei beni culturali prima dell'estate. L'occasione, forse l'ultima, sono i finanziamenti europei, sempre che, ad interventi straordinari e mirabolanti che creano solo ribalta e talvolta speculazioni, si privilegi un «grande piano straordinario di manutenzione ordinaria», di quelli silenziosi, scientificamente rigorosi, capace di creare tanti posti di lavoro duraturi, che garantiscono un futuro a tanti giovani e al nostro patrimonio culturale", conclude Irlando.

 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Irlando, Osservatorio Patrimonio Culturale: "Pompei va salvata"

NapoliToday è in caricamento