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Covid, il Cotugno è saturo: "Atteso aumento dei casi per variante Omicron"

Nell'ospedale napoletano il 70 per cento dei ricoverati è non vaccinato: "Sono quelli che stanno peggio". Ma si alza il numero dei vaccini: "Soprattutto soggetti fragili". Preoccupazione per la nuova mutazione del virus: "In Italia non è ancora esplosa"

I posti letto dell'Ospedale Cotugno destinati al Covid sono esauriti o quasi. "Ma questo - ricorda Rodolfo Punzi, direttore dell'Unità operativa complessa di Malattie infettive - per noi non è una novità perché è dall'inizio della pandemia che assistiamo a periodi in cui riusciamo ad accogliere qualche nuovo paziente solo grazie a qualche dimissione". 

La variante Omicron

La variante Omicron aleggia sulle proiezioni future perché, come sottolinea il medico: "In Italia questa nuova mutazione non è ancora esplosa. Anche al Cotugno stiamo ancora fronteggiando la Delta. Ci aspettiamo un aumento dei casi come già avvenuto in altri paesi, perché si tratta di una variante assai più contagiosa. Per questo motivo, io raccomando fortemente di non attendere e di sottoporsi alla terza dose di vaccino non appena sono trascorsi i 5 mesi". 

Vaccini fascia 5-11

A proposito di vaccini, dal 16 dicembre si parte con quella ai bimbi della fascia 5-11. In Campania la partenza sarà lentissima perché, da quanto si apprende, solo l'1 per cento della popolazione potenziale si è prenotata. Alla base della preoccupazione dei genitori, il fatto che la sperimentazione sia stata portata avanti su un numero troppo piccolo di bambini e che, quindi, potrebbero esserci effetti collaterali ancora sconosciuti.

"E' una cosa del tutto irragionevole - sostiene Punzi - perché se da un lato è vero che la sperimentazione è stata portata avanti su 5mila casi, dall'altro ci sono già milioni di vaccinati nella fascia 5-11 negli Stati Uniti e in Israele senza alcun effetto collaterale rilevante. I bambini andrebbero vaccinati per tre ragioni: perché in queste settimane assistiamo all'aumento di giovanissimi tra i ricoverati; perché diventano untori in ambito familiare; per farli riappropriare della socialità scolastica che hanno perso da un anno e mezzo". 

Monoclonali non per tutti

Chi è critico sul ricorso al vaccino come unica via d'uscita dalla pandemia indica gli anticorpi monoclonali come soluzione ideale, poco costosa e meno invasiva. Eppure, anche in Campania, il loro utilizzo è stato centellinato su un porzione trascurabile di malati: "Su questo farmaco ci sono state indicazioni molto restrittive - afferma il direttore delle Malattie infettive del Cotugno - Non è adatto a tutti e può essere somministrato solo in determinate occasioni. E' necessario, per esempio, che il paziente sia nei primi 5 giorni di contagio, mentre chi arriva in ospedale il più delle volte arriva già con la polmonite. E' auspicabile che ci sia un accesso più semplice ai monoclonali, coinvolgendo la medicina territoriale, cosa che dovrà accadere anche quando gli antivirali saranno messi in commercio. Questi ultimi andranno dati preventivamente a chi ha avuto contatti con positivi al Covid, quindi molto prima di giungere in ospedale". 

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