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Cronaca

Operazione "piccola Svizzera", sgominato il clan Montescuro: i nomi degli arrestati

Tra questi Carmine Montescuro, detto o' munuzz, ritenuto alla guida del clan omonimo

Sono 23 le persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso, con l’aggravante di essere l’associazione armata, nonché finalizzata ad acquisire e mantenere il controllo di attività economiche, mediante risorse finanziarie di provenienza delittuosa, estorsione, ricettazione e usura, con l’aggravante del 416 bis 1 c.p.

Decisive le intercettazioni, telefoniche ed ambientali, oltre ai riscontri di collaboratori di giustizia, provenienti da diverse organizzazioni criminali operanti sul territorio. Gli elementi acquisiti, si legge nel provvedimento cautelare, hanno consentito di ricostruire l’esistenza e l’operatività del clan facente capo a Carmine Montescuro, soprannominato o’ munuzz’, che oltre a svolgere, da almeno vent’anni, il ruolo di mediatore nelle controversie insorte tra le diverse organizzazioni di camorra, dirige anche un proprio gruppo autonomo che agisce seguendo gli schemi comuni delle organizzazioni mafiose, imponendosi sul territorio e controllandone tutte le attività illecite. Nell’ordinanza cautelare sono ricostruite numerose condotte riconducibili al clan Montescuro e destinate ad assicurare all’organizzazione proventi illeciti, in particolare estorsioni a commercianti e imprenditori che operano nell’area del Porto.

Attività criminale

Risultano estorsioni anche nei confronti degli imprenditori impegnati nei lavori di rifacimento e manutenzione della sede stradale che parte da via Marina e interessa anche l’area portuale fino alla zona orientale. I proventi delle estorsioni ai cantieri commesse dal clan sono stati suddivisi tra le varie organizzazioni criminali, destinatarie di una quota determinata in base all’influenza sul territorio. In tal modo Carmine Montescuro sarebbe riuscito a mantenere gli equilibri tra le varie associazioni, evitando il sorgere di conflitti, e garantendo, al contempo, il regolare svolgimento delle attività estorsive e la partecipazione di tutti ai profitti illeciti, tanto che alcuni collaboratori di giustizia, in virtù della posizione neutrale assunta, hanno indicato S. Erasmo come una “piccola Svizzera”. L’ordinanza cautelare è stata emessa, infatti, oltre che per il reato associativo, anche per 12 episodi estorsivi consumati e 3 tentativi di estorsione, tutti commessi nei confronti delle società appaltatrici dei lavori di rifacimento dell’arteria stradale, oltre che di una cooperativa di ex detenuti e di un notaio.

Clan

La partecipazione alle attività estorsiva in maniera diretta o indiretta dei capi di numerose delle organizzazioni operanti sul territorio, anche in contrasto tra loro, ha fatto sì che tra i destinatari del provvedimento cautelare vi siano i maggiori esponenti della criminalità organizzata napoletana. 

Tra questi D’AMICO Salvatore, esponente di vertice dell’omonimo clan operante nel territorio di San Giovanni a Teduccio - rione Villa, RINALDI Ciro e APREA Gennaro,  al vertice degli omonimi gruppi camorristici radicati nella zona orientale della città di Napoli, REALE Mario, intraneo all’organizzazione denominata clan Reale di San Giovanni a Teduccio,  COZZOLINO del clan Mazzarella, MARIGLIANO Stanislao e MARIGLIANO Antonio, esponenti del clan Formicola, radicato nella zona di San Giovanni a Teduccio e segnatamente nel c.d. ”Bronx”, CALDARELLI Gennaro e VATIERO Giuseppe, intranei dell’organizzazione camorristica Caldarelli - Vatiero radicata nel quartiere delle “Case Nuove”.

Nell’ambito della stessa originaria indagine, la polizia giudiziaria, nel maggio 2019, ha eseguito, su disposizione della sezione che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione della Procura della Repubblica di Napoli, 6 (sei) ordinanze di custodia cautelare, 1 (una) interdizione dai pubblici uffici per 12 mesi nonché numerose perquisizioni e sequestri a carico di imprenditori e funzionari pubblici dell’Autorità Portuale di Napoli indagati per fatti di corruzione e turbata libertà degli incanti, e ciò nell’ambito della medesima ed ampia inchiesta unitaria riguardante, a trecentosessanta gradi, affari e vicende illecite concentrate nel poli nevralgico del Porto di Napoli e nella antistante centralissima arteria di Via Marina.

Gli arrestati

1.    MONTESCURO Carmine (cl.1934)
2.    MONTESCURO Antonio  (cl.1966)
3.    ARGANO Nino (cl.1964)
4.    MONTESCURO Carmine (cl.1960)
5.    DE FRANCESCO Salvatore (cl.1965)
6.    MILONE Vincenzo (cl.1970)
7.    ALTAMURA Raffaele (cl.1958)
8.    APREA Gennaro (cl.1973)
9.    CALDARELLI Francesco Luca (cl.1975)
10.    CALDARELLI Gennaro (cl.1968)
11.    COZZOLINO Giuseppe (cl.1955)
12.    D’AMICO Salvatore (cl.1973)
13.    GRASSIA Sergio (cl.1972)
14.    MARIGLIANO Antonio (cl.1982)
15.    MARIGLIANO Stanislao (cl.1957)
16.    OLIVIERO Raffaele (cl.1977)
17.    REALE Mario (cl.1969)
18.    RICCARDI Salvatore (cl.1980)
19.    RINALDI Ciro (cl.1963)    
20.    RINALDI Gennaro (cl.1959)
21.    TARASCIO Gennaro (cl.1960)
22.    VATIERO Giuseppe (cl.1961)

Uno dei destinatari, allo stato irreperibile, è attivamente ricercato.  

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