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Cronaca

Se la camorra fa affari con i cinesi: bloccate tre organizzazioni del falso

Tre gruppi provvedevano a introdurre in Italia capi di abbigliamento contraffatti nell'intento di soddisfare una fetta di clientela ampia e variegata. Opifici clandestini, sequestrati beni per circa 8 milioni di euro

Nuovo colpo al mercato del falso. I finanzieri del Comando provinciale di Napoli hanno eseguito 36 misure cautelari (7 in carcere, 27 ai domiciliari e due obblighi di presentazione all'autorità giudiziaria) e sequestrato beni per circa 8 milioni di euro. Le indagini, avviate nel settembre 2011 e coordinate dalla Procura antimafia partenopea, hanno permesso di individuare tre distinti gruppi criminali ramificati sull'intero territorio nazionale e finalizzati all'importazione, alla fabbricazione e alla commercializzazione di materiale contraffatto.

LA LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA - L'operazione si può considerare un prosieguo dell'attività investigativa che, lo scorso 17 gennaio, aveva già consentito di accertare come il clan camorristico Mazzarella gestisse gran parte della filiera del falso a Napoli e nel suo hinterland. Nuove informazioni, raccolte anche attraverso l'intercettazione telefonica di circa 120 utenze, l'analisi di bolle di accompagnamento, perquisizioni e sequestri, hanno fornito nuova linfa alle indagini. Tre le organizzazioni criminali, ciascuna delle quali dotata di una sua specifica identità e struttura. Le prime due con ramificazioni in Lazio, Piemonte, Toscana e Liguria, la terza maggiormente strutturata con propaggini anche nell'Est Europa.

L'OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA | VIDEO

COSA FACEVANO I GRUPPI - Provvedevano a introdurre in Italia capi di abbigliamento contraffatti, nell'intento di soddisfare una fetta di clientela ampia e variegata. Le importazioni dalla Cina servivano per una clientela meno esigente, mentre quelle alla Turchia per chi era disposto a spendere di più, pur di avere un capo del tutto identico all'originale. Le bande utilizzavano opifici clandestini e senza alcuna autorizzazione da parte delle case di moda. Nel corso delle indagini sono stati sottoposti a sequestro beni per oltre 7 milioni di euro e denunciate 40 persone. Nei confronti dei 36 indagati dell'operazione odierna, le Fiamme Gialle hanno provveduto a sequestrare 15 rapporti bancari (conti correnti, conti deposito, cassette di sicurezza e polizze assicurative); 23 automezzi e due motocicli; 14 terreni e 34 immobili.

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