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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'inchiesta / San Ferdinando / Via Generale Giordano Orsini

Omicidio Ugo Russo: “Il carabiniere ha sparato mentre era in fuga”

Contestate diverse aggravanti al militare. Le parole del legale della famiglia e del padre del 15enne

“Come difesa della famiglia, abbiamo sempre sostenuto che il carabiniere avesse sparato mentre Russo era in fuga. Già l'incidente probatorio aveva dato una chiara indicazione ed è la stessa conclusione che ha raggiunto la procura”. A parlare è Giovanni Fusco, avvocato della famiglia di Ugo Russo, il 15enne ucciso da un carabiniere il 1 marzo 2020 a via Generale Orsini. Dopo l'avviso di conclusione indagini notificato nei giorni scorsi all'indagato, il penalista ha spiegato il punto di vista della difesa della persona offesa. “Per diverso tempo si è battuto sul fatto che Russo stesse compiendo una rapina. Un reato per cui meritava un processo e una pena non di essere ucciso. È spesso passato il messaggio che quasi 'se lo fosse meritato'. Un messaggio pericolosissimo. Le indagini hanno dimostrato che quella fase era completamente conclusa quando è stato colpito a morte e, se ne avremo la possibilità come sembra, difenderemo questa tesi anche in giudizio. Tesi che peraltro è quella anche della procura che contesta al carabiniere anche diverse aggravanti”. Fusco ha poi spiegato di aver volutamente tenuto un profilo basso in attesa che le indagini facessero il loro corso oltre che ritenendo che la famiglia Russo meritasse rispetto in “una vicenda che, da qualsiasi angolazione la si guardi, è una tragedia”.

Le aggravanti contestate al carabiniere

Sulle aggravanti ha posto l'accento anche la famiglia del 15enne che, insieme al comitato “Verità e giustizia per Ugo Russo”, ha diramato una nota con la quale ha commentato le conclusioni della procura. La prima cosa che è stata sottolineata è sicuramente il fatto che Russo fosse in fuga nel momento in cui è stato colpito ed è per questo che la procura si è convinta a richiedere il rinvio a giudizio per “omicidio volontario”. Segnalate anche tutte le aggravanti scritte nell'avviso di conclusione indagini. Aver approfittato delle circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la difesa (art. 61 comma 1 n.5), dell'abuso di potere (art.61 comma 1 n.9) e di aver commesso il delitto ai danni di un minore (art. 61 comma 1 n. 11 Quinques). Sono queste le aggravanti al delitto di omicidio volontario che i pm Claudo Siragusa e Simone De Raxas contestano a C.B. il carabiniere indagato e attualmente in servizio. Un altro elemento sottolineato nelle carte dell'inchiesta e fatto notare anche dal comitato è il fatto che il carabiniere abbia spostato l'auto in modo da “rimettere il ragazzo in linea di tiro” continuando a sparare quando era vicino al motorino e pronto alla fuga. Il colpo fatale alla testa per la procura è arrivato “mentre è in fuga” citando testualmente le parole dei magistrati.

Le parole del padre di Ugo Russo

"Per la mia famiglia, per mia moglie e i miei altri figli, sono stati e sono anni difficilissimi. Abbiamo sopportato il dolore della perdita di Ugo insieme a pressioni e insulti di ogni tipo perché continuiamo a chiedere giustizia e verità. Abbiamo ricevuto anche tanta solidarietà da chi pensa che la giustizia deve valere per tutte e tutti. Nulla potrà restituirci Ugo, ma ora chiediamo che il processo arrivi presto. Abbiamo bisogno della completa verità". Queste sono state le prime parole di Enzo Russo, il padre di Ugo non appena ha saputo della conclusione delle indagini. Sarà presente insieme ai membri del comitato domani, 3 novembre, in una conferenza stampa convocata per le 12 in piazza Parrocchiella, per commentare la conclusione delle indagini. Nella nota del comitato viene chiesto conto anche del fatto che il carabiniere sia ancora in servizio. “Apprendiamo dai giornali che la persona imputata dell'omicidio volontario di Ugo sarebbe attualmente in servizio. Fermo restando che deve essere celebrato il processo, ci lascia attoniti che una persona accusata di omicidio volontario non sia stata sospesa e sia autorizzata a restare in servizio e girare armata”.

Inoltre dal comitato fanno notare come “questi due anni e otto mesi sono sembrati ancora più interminabili è sicuramente per la continua aggressione morale subita dalla famiglia di Ugo in molte forme. Una parte dei media e dell’opinione pubblica cittadina è sembrata molto più interessata alla permanente criminalizzazione di un ragazzo di 15 anni piuttosto che a comprendere cosa fosse effettivamente successo quella notte. A pochi è importato approfondire se ad Ugo fosse stata applicata una pena di morte senza processo, come sembrava indicare fin da subito il luogo del ritrovamento del suo corpo e il colpo alla nuca. Continueremo a fare informazione e mobilitarci sul processo ma auspichiamo finalmente una riflessione pubblica diversa che riguardi il futuro dei ragazzi dei quartieri popolari, ma anche sull'attitudine e sulla formazione delle persone a cui i corpi di sicurezza dello Stato mettono un'arma in mano”. Al momento, invece, i legali del militare Enrico Capone e Mattia Floccher hanno deciso di non commentare in attesa di un eventuale rinvio a giudizio.

La ricostruzione della procura

Richiesta di rinvio a giudizio su cui dovrà esprimersi il Gip del tribunale di Napoli. Secondo la procura di Napoli esistono due momenti distinti dei fatti di quella notte. I magistrati ritengono che in un primo momento il giovane si sia avvicinato all'auto, su cui viaggiava il carabiniere insieme alla fidanzata, con l'intenzione di rubargli l'orologio che aveva al polso. Per farlo utilizzò una pistola giocattolo che puntò contro il militare per minacciarlo. Il carabiniere reagì usando la pistola di ordinanza ed esplodendo due colpi. Uno dei due ferì Russo a una spalla. A quel punto il 15enne decise di scappare avvicinandosi al motorino dove lo attendeva un complice, Ferdinando De Crescenzo. È in questo momento che avviene l'episodio che aggraverebbe la posizione del carabiniere. Nonostante il rapinatore fosse in fuga, secondo la procura, il carabiniere, prima spostò l'auto e poi esplose altri due colpi, entrambi a segno, e di cui uno alla testa del 15enne risultandogli fatale.

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