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Cronaca Acerra

Patto tra due clan di camorra per uccidere Pasquale Tortora

Per vendicare l’uccisione di Giuseppe Avventurato e assicurarsi il controllo congiunto dei traffici illeciti nel territorio di Acerra

Ad Acerra, Napoli e Nuoro, i militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone, emessa dal G.i.p. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di altrettanti indagati gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di concorso in omicidio, detenzione illegale di armi e ricettazione, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

L’attività investigativa, svolta dal citato Nucleo e coordinata dalla D.d.a di Napoli, ha consentito, in sintesi, di documentare: l’esistenza e l’operatività di due gruppi criminali, uno formatosi ad Afragola e coagulatosi intorno a Cosimo Nicolì cl. 77, e l’altro guidato da Bruno Avventurato cl. 75, operante ad Acerra. I due sodalizi in accordo tra loro avrebbero ideato e organizzato l’omicidio di Pasquale Tortora, elemento di spicco dell’omonimo clan attivo ad Acerra e Casalnuovo di Napoli, avvenuto il 20.05.2020.

Nell’occasione il gruppo Avventurato aveva fornito il necessario supporto logistico ai sicari, mentre il Nicolì si era preoccupato di reperire i killer. Per tale assassinio il Nucleo Investigativo CC di Castello di Cisterna ha già arrestato gli esecutori materiali del delitto in conseguenza dell’emissione di una misura cautelare richiesta dalla D.d.a. partenopea ed emessa dal competente Giudice per le indagini preliminari; il duplice movente dell’omicidio: vendicare l’uccisione di Giuseppe Avventurato, fratello di Bruno e già capo dell’omonimo gruppo, di cui si riteneva responsabile Tortora, e suggellare un patto tra i due gruppi camorristici finalizzato ad assicurarsi il controllo congiunto dei traffici illeciti nel territorio di Acerra; Cosimo Nicolì nel rapportarsi con i propri sodali e alleati avrebbe inoltre speso il nome della famiglia Senese originaria di Afragola, ora di stanza a Roma e già in storici rapporti con il clan Moccia.

Tra i coinvolti nell’indagine vi era anche Di Balsamo Pasquale, ucciso il 29 aprile scorso in una sparatoria avvenuta ad Acerra tra lo stesso Di Balsamo e un 21enne, anch’egli deceduto in conseguenza del conflitto a fuoco. Le evidenze investigative hanno dimostrato che Pasquale Di Balsamo si era prodigato in prima persona per fornire “l’appoggio” ai killer di Pasquale Tortora.

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