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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Sant'antimo

Uccisa dal marito, s'indaga sulla telefonata dell'uomo al 118

Al vaglio l'eventuale premeditazione del gesto omicida di Carmine D'Aponte. Per i pm la telefonata è una confessione, per la difesa un pentimento successivo al raptus. Oggi interrogatorio di garanzia

Mentre è attesa per quello che dirà nel corso dell'interrogatorio di garanzia, si indaga sull'ultima mattina da uomo libero di Carmine D'Aponte, quella in cui ha tragicamente ucciso la moglie 28enne Stefania Formicola a Sant'Antimo.

Gli inquirenti si stanno soffermando soprattutto sulla telefonata al 118 che l'uomo ha fatto dopo l'omicidio. Per i magistrati in quelle parole c'è, oltre alla richiesta d'aiuto per le condizioni della moglie, anche una sorta di "confessione". La difesa la interpreta come presa di coscienza del raptus omicidia, quindi come pentimento.

La questione non è di secondaria importanza, visto che è soprattutto l'eventuale premeditazione del gesto che adesso va stabilita. Al momento il muratore precario di 33 anni è in carcere per omicidio premeditato e aggravato da maltrattamenti. Quest'ultima accusa deriva dalla ricostruzione degli ultimi burrascosi anni del suo matrimonio fatta dai familiari della vittima.

Violenze, continue, ma mai denunciate per paura di possibili conseguenze ancora peggiori. A testimoniarlo, secondo i genitori della giovane mamma uccisa, anche la lettera scritta da Stefania nel 2013, una sorta di testamento in cui sottolineava che i figli in caso di sua morte dovessero andare ai nonni. La loro storia era finita, e Stefania abitava di nuovo dalla madre. Nello stesso palazzo della casa coniugale però, in cui D'Aponte ha continuato ad abitare.

D'Aponte per ora non ha parlato. Si attendono le sue prossime mosse nel corso dell'interrogatorio di garanzia, che dovrebbe avvenire in giornata.

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