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Cronaca Marano di napoli

Polverino ammette: “Ho fatto uccidere l'amante della moglie dell'assassino di Siani”

Il boss ha confessato in aula l'assassinio di Santino Passaro di cui ha detto di essere il mandante

La sua colpa era quella di avere una relazione con la moglie di un uomo del clan Nuvoletta. Non uno qualunque ma uno degli assassini di Giancarlo Siani, il giornalista assassinato nel 1985. Per questo si è “meritato” una sentenza di morte e a emetterla è stato il boss in persona. L'ha addirittura confessata in aula Giuseppe Polverino, boss dell'omonimo clan che ha raccontato i dettagli dell'omicidio del muratore, Santino Passaro. Nel corso del processo ai suoi danni, ha confessato di essere stato il mandante dell'omicidio ammettendo le proprie responsabilità rispetto ai fatti ma non incolpando nessun altro a parte se stesso.

La confessione 

Ha spiegato che quell'ordine di morte venne dato mentre era latitante in Spagna da dove ha detto che muoveva le fila degli affari del clan. La confessione è arrivata dinanzi alla Corte d'assise di Napoli dove si sta svolgendo il processo per l'omicidio Passaro. Quest'ultimo era un muratore che lavorava tra Marano e l'area a nord di Napoli. Esattamente il territorio di competenza prima del clan Nuvoletta e poi degli eredi Polverino poi. Proprio in questa zona avrebbe conosciuto la moglie di Armando Del Core, membro del clan Nuvoletta e condannato all'ergastolo per l'omicidio Siani.

Il movente 

Da quel momento ne sarebbe nata una relazione sentimentale che poteva mettere in imbarazzo il ras. Almeno queste furono le voci che girarono all'epoca all'interno degli ambienti criminali. Tanto bastò per far scattare la sentenza capitale. Polverino ha ammesso di essere stato lui il mandante del delitto per il quale sono stati condannati in primo grado due affiliati ai Polverino, Raffaele D'Alterio e Salvatore Simioli. Le indagini sull'omicidio sono partite dopo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Roberto Perrone. Uscito dal carcere nel settembre 2008, il pentito ebbe modo di conoscere alcune dinamiche del clan di cui veniva considerato una sorta di manager e tra le varie cose conobbe anche i dettagli del delitto Passaro.s

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