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Cronaca Torre annunziata

Omicidio Salvatore Cimmino: ipotesi guerra fra clan

Per gli inquirenti chi ha sparato al 22enne di Torre Annunziata voleva uccidere. Si pensa che le presunte "amicizie pericolose" di Cimmino possano averlo coinvolto nella guerra tra Gionta e Gallo-Cavalieri

Non hanno dubbi gli inquirenti che indagano sulla morte di Salvatore Cimmino, il giovane di 22 anni morto la scorsa notte a Torre Annunziata: chi ha sparato l'ha fatto per uccidere. L'ipotesi è che si tratti di un omicidio di camorra, da inserirsi all'interno della faida tra Gionta e Gallo-Cavalieri.

Secondo la ricostruzione degli agenti, il giovane viaggiava a bordo di uno scooter - rinvenuto insanguinato a poca distanza dal luogo dove è stato trovato il corpo senza vita di Cimmino - quando è stato avvicinato dai sicari, con ogni probabilità due persone a bordo di un altro mezzo a due ruote. Contro il giovane sono stati sparati diversi colpi di arma da fuoco. Cimmino, nonostante fosse ferito avrebbe provato a scappare a piedi lungo le scale che si trovano nella zona dell'area portuale. È qui, sempre secondo la prima ricostruzione, che il giovane sarebbe stato raggiunto da altri proiettili sparati a breve distanza.

Sul posto sono stati trovati sette bossoli, cinque i colpi che hanno raggiunto Salvatore Cimmino: due al petto, gli altri nella zona lombare. I soccorsi sono scattati dopo una una telefonata anonima che parlava di un incidente stradale nella zona del porto. L'intervento dell'ambulanza del 118 è stato del tutto inutile: il giovane è arrivato privo di vita all'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove ora il cadavere è a disposizione dell'autorità giudiziaria in attesa dell'autopsia.

Nonostante Cimmino non abbia precedenti penali, le indagini al momento si concentrano soprattutto sulla pista camorristica per provare a dare un volto ai sicari che hanno agito poco dopo la mezzanotte. Le modalità dell'agguato e alcune presunte frequentazioni "pericolose" del ragazzo, fanno infatti propendere per l'ennesimo raid di sangue avvenuto all'interno della guerra di camorra per la gestione delle attività illecite tra i clan Gionta e Gallo-Cavalieri, a cominciare dal traffico di sostanze stupefacenti. Una guerra tra organizzazioni criminali che soltanto a marzo ha portato alla morte di Francesco Chierchia, 68 anni, ritenuto vicino ai Gionta, e pochi giorni dopo al grave ferimento di Vittorio Palumbo, 49 anni, raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco mentre si trovava all'esterno di un cantiere proprio nella zona del porto.

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