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Cronaca

Ornella Pinto, il WhatsApp del compagno prima della morte: "Non ti assillerò più"

Secondo gli inquirenti, che hanno aggiunto al reato di omicidio le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, l'uomo recitava. Avrebbe scelto un coltello nel suo albergo ad Ercolano, per poi dirigersi verso la casa che condivideva con la donna per assassinarla

"Ho perso un tesoro. Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Sono confuso. Scusa scusa scusa. So pure che non dovrei scriverti o chiamarti. Spero di farcela a superare tutto questo, anche se è una cosa troppo grande per me. Non ho le spalle larghe, non le ho mai avute". Cominciano così gli ultimi messaggi scritti su WhatsApp da Pinotto Iacomino alla sua compagna, Ornella Pinto. Era il 12 marzo scorso. Da lì a poche ore Iacomino avrebbe accoltellato a morte la donna, una giovane e benvoluta insegnante di sostegno.

 "Giuro che farò di tutto per non assillarti più, perché non è giusto - va avanti l'uomo - Ti lascio in pace Orny, poi magari domani parliamo. Mi aiuti a trovare una sistemazione per me?". Secondo gli inquirenti, l'uomo in questi frangenti starebbe recitando. Voleva la compagna si fidasse di lui, ma aveva già in mente di ucciderla. Iacomino scelse un coltello con una lama di 21 centimetri dalla cucina dell'albergo di famiglia ad Ercolano, poi si diresse dalla donna, presso l'appartamento di via Cavolino all'Arenaccia. Era andato via da lì 24 ore prima, ufficialmente alla ricerca di un'altra sistemazione, come gli aveva chiesto Ornella. Lei dormiva all'arrivo di Iacomino, come nella stanza accanto dormiva loro figlio.
Lui l'accoltella. Lei, moribonda, riesce a telefonare alla sorella, che però sente solo grida disperate. Si precipita a casa sua, trova il figlio sveglio che le dice: "Papà ha ucciso mamma e ha rotto la casa".

A riportare questa terribile ricostruzione dei fatti, emersa dall'ordinanza del gip di Napoli Saverio Vertuccio su richiesta del pm Fabio De Cristofaro, è il Corriere del Mezzogiorno. Gli inquirenti napoletani hanno aggiunto tre aggravanti alla contestazione di omicidio aggravato inizialmente diretta a Iacomino, ovvero quelle della premeditazione, della crudeltà e dell’aver agito nei confronti di una persona alla quale era legato da una relazione affettiva. Intanto il suo avvocato vuole ricorrere al riesame per ottenere i domiciliari.

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