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Cronaca Torre annunziata / Via IV Novembre

Omicidio Cerrato: caccia all'assassino in fuga. In cinque gli autori dell'aggressione

L'esecutore materiale del delitto di Torre Annunziata ha le ore contate e sta tentando la fuga

Continuano a ritmo serrato le indagini sull'assassinio di Maurizio Cerrato, l'uomo ucciso ieri sera a Torre Annunziata. È tempo di interrogatori che la procura di Torre Annunziata, il fascicolo è affidato al sostituto Giuliana Moccia, sta svolgendo in queste ore. La prima a essere ascoltata è stata la figlia della vittima, Maria Adriana, presente al momento dell'assassinio e l'unica ad aver visto l'autore del gesto. Gli investigatori hanno ascoltato anche i familiari del possibile assassino oltre che alcuni testimoni oculari presenti all'interno del garage nel momento dell'aggressione. Una serie di persone informate sui fatti che hanno fornito i primi dettagli sulla vicenda, non sensa ritrosia e reticenze. Il primo elemento emerso dai primi racconti è che a mettere a segno l'aggressione sarebbero state cinque persone in due fasi. Una prima fase in cui si sarebbero fronteggiate due persone contro la vittima e poi una successiva in cui sarebbero accorse le altre tra cui l'autore materiale del delitto.

La caccia all'assassino 

Colui che ha inferto la coltellata al petto del 61enne che gli è risultata fatale è stato individuato ed è cominciata la caccia. È lui il ricercato numero uno da parte dei carabinieri di Torre Annunziata. Per ora ha fatto perdere le sue tracce ma gli investigatori stanno stringendo il cerchio intorno a lui. È drammatica la ricostruzione dei fatti avvenuti a via IV novembre. A colpire maggiormente gli investigatori è l'efferatezza con cui è stato colpito l'uomo. Tutto è cominciato con un parcheggio “sbagliato”. La figlia della vittima che ha lasciato l'auto dove non doveva perché quello era un posto “prenotato” con una sedia apposta lungo la carreggiata. Un errore punito con la foratura di un pneumatico che ha scatenato la reazione di protesta della ragazza. La giovane ha preso la sedia che veniva utilizzata per segnare il posto e l'ha spostata mettendola sul cofano di un'altra auto.

La reazione e il delitto 

In quel momento sarebbe scattata la reazione di coloro che avevano “opzionato” il posto. Prima due persone che hanno cominciato a inveire contro la ragazza di cui ha preso le difese il padre che intanto si era messo all'opera per cambiarle la ruota. La discussione, seppur animata, sarebbe rientrata se non fossero intervenute altre persone tra cui l'autore materiale dell'omicidio. Sarà l'autopsia a stabilire l'esatta causa della morte, ma il fendente al petto sarebbe stato l'elemento fatale per la vita del 61enne. L'uomo è stato colpito anche alla testa con il compressore utilizzato per provare a gonfiare la ruota. Inutile la corsa della 20enne all'ospedale San Leonardo di Castellammare. Il padre aveva già perso la vita durante il trasporto disperato al nosocomio.

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