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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Omicidio al luna park / Torre del greco / Via Nazionale

Omicidio Giovanni Guarino, due fermi: identificati grazie alla videosorveglianza

Ai presunti autori del delitto si è arrivati ieri pomeriggio. Le forze dell'ordine li hanno identificati anche grazie ad alcuni testimoni

Sono in stato di fermo i due minori sospettati dell'omicidio di Giovanni Guarino, il 19enne ucciso a Torre del Greco e del tentato omicidio del suo amico Nunzio. Le indagini sono state portate avanti dagli agenti della squadra mobile di Napoli e da quelli del commissariato di Torre del Greco, coordinate dalla procura presso il tribunale per i minorenni di Napoli.

Ai presunti autori del delitto si è arrivati ieri pomeriggio. Le forze dell'ordine li hanno identificati grazie all’analisi delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona del fatto di sangue, nonché dalla raccolta di testimonianze sul posto. Il quadro indiziario a carico dei fermati sarà sottoposto al Gip, al quale spetterà la convalida del provvedimento.

La vicenda è quella della lite sfociata nel sangue all'interno del luna park di via Nazionale. Una lite che ha portato all'omicidio sul colpo del 19enne, ferito con diverse coltellate di cui quella fatale al cuore. Se l'è invece cavata l'amico, anch'egli ferito nella lite.

Secondo quanto filtrato nelle prime ore i fermati pare siano legati ad esponenti del clan Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata, ed erano già noti alle forze dell'ordine per condotte violente.

Il commento del sindaco

"Un fatto inspiegabile, che ha sconvolto la nostra comunità". Così il primo cittadino di Torre del Greco Giovanni Palomba dopo la notizia dell'omicidio. Palomba ha definito "tranquilla" la zona dell'omicidio. "Per questo motivo, ciò che è accaduto ci sembra ancora più assurdo - ha aggiunto - Come è assurdo che due ragazzi escano la domenica sera armati di coltello".

Il cugino della vittima

"Hanno distrutto una famiglia", ha detto invece ai nostri microfoni Luciano Garofalo, cugino della vittima. "Questi due ragazzi in continuazione gli chiedevano che cosa avesse da guardare. Lo hanno preso alle spalle. Lo hanno aggredito e ammazzato", racconta. Il suo desiderio è che "Giovanni venga ricordato per quello che era. Un ragazzo dolce, lavoratore, che imparava il mestiere dal padre e poi lavorava anche come fruttivendolo dallo zio. Non era un litigioso". "Mio cugino non c'è più - ha quindi concluso Luciano - non ha potuto vedere nulla della vita. Ma se vediamo che cosa succede nel mondo dovremmo capire che dobbiamo smetterla di farci la guerra".

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