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Cronaca Torre del greco / Via Nazionale

Omicidio al luna park, lascia l'ospedale l'amico di Giovanni: "Sta meglio ma è provato"

Nunzio era con la vittima quando è avvenuta la brutale aggressione nei loro confronti. Si attende la convalida del fermo per i 15enni indagati

Nunzio, l'amico del ragazzo ucciso a coltellate nel luna park di Torre del Greco domenica scorsa, ha lasciato l'ospedale Maresca dov'era ricoverato. Sono stati i genitori a firmare le dimissioni, prima che i medici dessero il via libera.

Come Giovanni Guarino ferito a coltellate, per il 19enne le ferite si sono rivelate meno gravi. Nonostante questo, per lui si era reso necessario un delicato intervento chirurgico e le sue condizioni sono state anche gravi.

Il ragazzo 19enne è stato prelevato dal nosocomio torrese da sua madre, da domenica in ospedale con lui. Secondo fonti vicine alla famiglia Nunzio starebbe meglio pur essendo molto provato per quanto accaduto.

L'omicidio ed il fermo

Nella serata in cui Giovanni è stato assassinato, tra le giostre del luna park di via Nazionale, Nunzio - suo amico di sempre - era lì con lui e insieme ad altri della loro comitiva. È tutta da chiarire la dinamica che ha portato al loro brutale accoltellamento.

Sono intanto in stato di fermo i due minori sospettati di essere gli autori dell'omicidio. Le indagini su di loro sono state portate avanti dagli agenti della squadra mobile di Napoli e da quelli del commissariato di Torre del Greco, coordinate dalla procura presso il tribunale per i minorenni di Napoli. Ai presunti autori del delitto si è arrivati lunedì pomeriggio. Le forze dell'ordine li hanno identificati grazie all’analisi delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona del fatto di sangue, nonché dalla raccolta di testimonianze sul posto. Il quadro indiziario a carico dei fermati sarà sottoposto al Gip, al quale spetterà la convalida del provvedimento.

Secondo quanto filtrato nelle prime ore i fermati pare siano legati ad esponenti del clan Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata, ed erano già noti alle forze dell'ordine per condotte violente.

Il cugino della vittima

"Hanno distrutto una famiglia", ha detto invece ai nostri microfoni Luciano Garofalo, cugino della vittima. "Questi due ragazzi in continuazione gli chiedevano che cosa avesse da guardare. Lo hanno preso alle spalle. Lo hanno aggredito e ammazzato", racconta. Il suo desiderio è che "Giovanni venga ricordato per quello che era. Un ragazzo dolce, lavoratore, che imparava il mestiere dal padre e poi lavorava anche come fruttivendolo dallo zio. Non era un litigioso". "Mio cugino non c'è più - ha quindi concluso Luciano - non ha potuto vedere nulla della vita. Ma se vediamo che cosa succede nel mondo dovremmo capire che dobbiamo smetterla di farci la guerra".

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