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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Melito di napoli

La donna boss che voleva essere uomo: le indagini sull'omicidio di Melito

La 41enne barbaramente uccisa e gettata in un fosso si sentiva e comportava da maschio. Era un vero e proprio boss degli scissionisti locali

Giovanna Arrivoli, la 41enne uccisa a Melito e sepolta in un fossato, "si sentiva un maschio". A far emergere particolari della vita della donna brutalmente assassinata nei giorni scorsi è Il Mattino.

Vestiva come un uomo, si era sottoposta all'asportazione totale del seno, aveva una storia con una donna al punto da portare la fede. La Arrivoli era un membro attivo degli scissionisti locali, ed è proprio la pista camorristica quella più battuta dagli inquirenti a proposito del suo omicidio.

LA MORTE DI UN BOSS - Il suo bar, il "Blue Moon", era una roccaforte degli Amato Pagano. Tra quei tavolini si decidevano le strategie del clan, omicidi compresi. Lei, per tutti un lui, era un boss. E come un boss è stata freddata: con assoluta ferocia. È stata rapita, forse per più dei tre giorni in cui la polizia l'ha considderata scomparsa. È stata uccisa, di certo in un luogo diverso da dove è stata ritrovata.

GUERRA DI CAMORRA - Come accade quasi sempre, è stata la decapitazione dei clan locali a creare il vuoto di potere a monte della scia di sangue. Di recente, in zona, i carabinieri hanno arrestato una ventina tra capi e gregari. Tra loro anche un pezzo grosso, Carmine "Carmeniello" Borrello. Forse l'Arrivoli non ha pagato una partita di droga, o forse non si è rifornita dalle persone "giuste".

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